Tornare indietro nel tempo. A chi non piacerebbe? Agli inizi del 1900 c’erano strade molto più libere, meno caotiche, c’erano più saluti, gli animali correvano liberi vicino ai loro padroni senza particolari preoccupazioni, la terra donava molti più frutti e la vita nonostante si avesse poco forse era più apprezzata. Tante volte abbiamo sentito dai nostri nonni la frase “si stava meglio quando si stava peggio” e dal nostro 2015 retto da smartphone e tecnologie non possiamo fare altro che prendere atto che quella frase detta dai nostri cari sta divenendo sempre di più una triste e cruda realtà. Ma perché tutta questa premessa? Perché mi piace raccontarvi di un paese, Rasiglia, che per due volte l’anno, torna indietro nel tempo e rivive, anche se per poche ore, una tipica giornata d’inizio ‘900 nelle montagna folignate. Eh sì, perché sebbene l’occasione è il “classico” presepe vivente realizzato come in tantissimi altri luoghi dell’Umbria, quello che si può vedere allestito nella suggestiva frazione di montagna è un vero e proprio tuffo all’indietro nel tempo. La Natività fulcro di ogni presepe, sita nella parte alta del paese è il culmine di una passeggiata tra gli antichi mestieri, quelli che hanno caratterizzato la storia di Rasiglia ma anche dei paesi limitrofi. Alla Natività difatti metaforicamente si avvicina l’intero paese con la propria rinascita che dopo i tragici eventi sismici del 1997, con la ricostruzione che tardava ad arrivare, ha deciso di rimboccarsi le maniche e di fare qualcosa per il paese, per far ricordare alla gente dell’esistenza di Rasiglia e delle sue acque. E cosi nacque l’idea di unire le forze nell’associazione di promozione “Rasiglia e le sue sorgenti”, presieduta da Umberto Tonti, regalando ai visitatori questo presepe basato sulla storia e sulla tradizione prettamente montana e umbra. L’atmosfera è calda e accogliente, si tratta di una giornata tipica dei primi anni del Novecento con il mercato, le botteghe, la scuola, il ciabattino e l’arrotino e ancora il bivacco con i cacciatori, i fabbri e falegnami. Insomma il quadro storico e lavorativo (mestieri ormai quasi tutti scomparsi) dell’Umbria di un tempo. Giunti all’ottavo anno con una visibilità sempre maggiore di pubblico, il presepe rasigliano ha spalancato le porte anche gli abitanti dei paesi vicini, protagonisti con le attività tipiche e della loro zona e cosi si è giunti ad avere i Re Magi che arrivano direttamente da Verchiano a cavallo con in dono un prodotto della terra destinato a chi ne ha bisogno. Da poche decine di personaggi, oggi “Natale a Rasiglia” può contare ormai più di 200 figuranti, una ricerca minuziosa dei particolari legati al passato e una vera e propria cura della tradizione locale. La prima rappresentazione andata in scena il 26 dicembre ha visto migliaia di visitatori passeggiare per le vie di Rasiglia. Il 6 gennaio gli abitanti si augurano di ricevere lo stesso calore dai turisti che hanno sfidato il freddo pur di vedere l’Umbria d’inizi 900.