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Madonna della Stella, l’eremo ritrovato tra storia e mistero

Pubblicato il 17 Maggio 2015 12:52 - Modificato il 6 Settembre 2023 00:08

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Un piccolo angolo di paradiso, illuminato dagli unici raggi di sole che riescono a penetrare la folta vegetazione. Valle Noce, vicino al paese di Mucciafora, si trova nel comune di Cerreto di Spoleto. Lungo una strada ripida e non asfaltata, si riesce a sentire solo lo scorrere del fiume Tessino, affluente del Nera, e ci si trova immersi nel bosco. Guardando verso l’alto si intravedono le prime pietre murarie di un edificio antichissimo, costruito lungo le pareti della montagna. Salendo, si può ammirare l’eroica struttura di un eremo risalente al 1308, chiamato prima eremo di Santa Croce e poi della Madonna della Stella. Della struttura originaria resta una cappella e la strada che conduce ad un antico orto, importante fonte di sostentamento per gli eremiti, l’ultimo vissuto qui fino al 1949. All’interno, ad accogliere curiosi, visitatori e pellegrini, ci sono gli affreschi riportati alla luce grazie ad un sapiente lavoro di restauro. A condurlo la famiglia Castrichini di Todi che, con passione ed esperienza, e coadiuvati dall’architetto Fabrizio Altieri e da una vera e propria squadra di esperti, hanno dato nuova luce a questo luogo spirituale e da sempre di grande richiamo, non solo religioso. Sono molte, infatti, le storie che si celano dietro queste grandi pareti di roccia. Storie che conosce molto bene Omero Sabatini, storico di Cascia che le ha studiate e raccontate in un libro. Dalle sue parole emerge che la chiesa della Madonna della Stella non è solo un eremo. Posta lungo il 42esimo parallelo, infatti, era luogo di passaggio per i pellegrini che da Gerusalemme andavano in Spagna, a Santiago de Compostela. Direzione verso la quale, probabilmente, è anche orientata la cappella. E’ un luogo mistico che ha attratto da sempre fedeli, eremiti e pellegrini. Ma non solo. Infatti, è stato prima “hospitalia” dell’ordine militare degli ospetalieri, poi prigione, come attestano i numerosi graffiti ritrovati sulle pareti, nella quale venivano mandati i frati più “vivaci” per risanare mente e corpo, fino a diventare giaciglio per i pastori locali che, con la fuliggine dei loro fuochi, avevano oscurato gli antichi affreschi. Ma a renderlo un luogo magico sono anche i simboli e i reperti che rievocano la suggestione di un probabile passaggio dei templari. Numerose stelle a croce e il piccolo disegno del committente di una delle opere, interamente vestito di bianco, attraggono anche gli occhi meno esperti. A passare dall’eremo della Stella anche personaggi illustri, come il musicista Franz Liszt, durante il suo cammino di fede tra Umbria e Marche. Per la famiglia Castrichini, Marcello e i figli Luca e Monica, è “importante far parlare le pietre”, lasciando spazio alla storia ma anche alle sensazioni e al mistero che si cela dietro ogni simbolo, dietro il singolo recupero di colori e forme. Un luogo ameno, dai richiami quasi orientali, che induce alla riflessione e regala piccoli attimi di pace, dando piena voce anche alla passione di chi, in un anno e mezzo di lavori, ha restituito alla Valnerina parte della sua memoria. LA RIAPERTURA – L’eremo è ora riaperto al pubblico e visitabile. Domenica 17 maggio si è svolta l’inaugurazione ufficiale, con la celebrazione della Santa Messa. Presenti cittadini, autorità e i primi visitatori, che hanno potuto ammirare gli affreschi ritrovati e l’eremo finalmente riscoperto.

 

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