Un’intera città mercoledì pomeriggio ha voluto salutare Emanuele Lucentini, l’appuntato scelto dei carabinieri in servizio a Foligno, morto tragicamente sabato mattina dopo essere stato colpito accidentalmente da un proiettile all’interno della caserma di via Garibaldi. A dir la verità, erano le tre le città unite dal dolore. Residente a Spello ma nativo di Tolentino, in tantissimi hanno voluto rendergli il giusto omaggio. E lo si è visto da una cattedrale stracolma di gente, così come erano in tantissimi ad aspettarlo all’ingresso e all’uscita di San Feliciano. Solo il rombo delle moto dei carabinieri che accompagnavano il feretro ed il lungo applauso dei presenti hanno rotto un silenzio straziante per la morte del 49enne militare. A celebrare il funerale don Carlo Maccari, il parroco che sposò Emanuele Lucentini e sua moglie Stefania. “Vorrei ricordarlo con tre aggettivi – ha detto don Carlo – un uomo di fede, coraggioso e onesto”. Ai funerali erano presenti le massime autorità regionali delle forze dell’ordine, insieme ai sindaci del territorio. A prendere la parola anche la moglie Stefania. “Non mi sento vedova, ma ancora moglie di Emanuele – ha sottolineato con fermezza – voglio elogiare la sua vita piena d’amore affinché possa essere da esempio per tutti”. Poi è stata letta anche una lettera del cognato di Emanuele: “Trasformeremo le nostre lacrime in gioia” ha scritto. Rotte dall’emozione le parole del vicecomandante dei carabinieri Vincenzo Giuliani, che ha portato i saluti di Tullio Del Sette, comandante generale dell’Arma dei carabinieri e umbro d’origine, che conosceva personalmente l’appuntato scelto. “A differenza sua – ha affermato Giuliani – io ho conosciuto Lucentini solamente dalle parole della moglie e dei genitori, ma ho capito che è stato un uomo fortunato”. Intanto, dopo l’autopsia effettuata lunedì, la procura della Repubblica di Spoleto ha disposto anche la perizia balistica, per fare maggiore chiarezza su quanto avvenuto in quei drammatici momenti.