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Discariche: la fotografia di quelle umbre. Sant’Orsola pronta a chiudere

Pubblicato il 17 Giugno 2015 15:46 - Modificato il 5 Settembre 2023 23:51

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Secondo il monitoraggio annuale dell’Arpa effettuato per l’anno 2014 la situazione delle sei discariche in Umbria non sembra essere cosi preoccupante. Sono 360.814 le tonnellate di rifiuti di vario tipo accolte nelle discariche umbre, di queste solo 18.130 conferite a Sant’Orsola a Spoleto a causa della lunga chiusura del sito. Una situazione destinata a cambiare in base alle previsioni del vigente piano regionale di gestione dei rifiuti che stabilisce la chiusura di tre discariche. Mentre Belladanza a Città di Castello, Bogogiglione a Magione e Le crete di Orvieto – ovvero le tre discariche strategiche sul territorio regionale – verranno ampliate, le discariche di Colognola a Gubbio, di Pietramelina a Perugia e di Sant’Orsola a Spoleto verranno portate a completamento senza ulteriori ampliamenti in superficie e volume. SANT’ORSOLA – Proprio nel 2014 la discarica di Sant’Orsola ha visto concludersi il procedimento di bonifica che ha portato al rilascio della nuova autorizzazione integrata ambientale, che permetterà la realizzazione del nuovo capping e i lavori di rafforzamento dell’argine a valle. Elementi positivi quelli emersi nel corso del procedimento di bonifica. E’ stata, infatti, confermata la scarsa permeabilità del sito e la mancanza di una falda acquifera, mentre, per quel che riguarda il superamento delle concentrazioni della soglia di contaminazione (verificatisi in corrispondenza dei piezometri campionati), si tratta di episodi del tutto localizzati e sostanzialmente influenzati dalle caratteristiche chimico-fisiche del terreno circostante. La Vus Spa, gestore della discarica, ha provveduto inoltre ad elaborare un’analisi di rischio sito-specifica individuando “livelli di attenzione” per i parametri di solfati e floruri. Sotto controllo anche le acque sotterranee nelle quali è stato riscontrato il superamento dei limiti per i parametri solfati e floruri ma anche di arsenico, alluminio, boro, ferro, manganese e nichel. Valori non ottimali sono stati riscontrati in alcuni casi anche nelle acque superficiali, sia a monte che a valle della discarica, imputabili alla quasi assenza di acqua dal fosso rimasto in secca per alcuni mesi. Il monitoraggio delle acque di ruscellamento ha mostrato saltuarie anomalie nei valori di azoto nitroso in un punto di monitoraggio. Nessuna criticità, invece, è stata riscontrata dalle analisi effettuale sulle matrici ambientali suolo, sedimenti, aria, rumore e flora. IN UMBRIA – Il quadro umbro, in generale, non sembra essere così catastrofico anche se i problemi più rilevanti sono stati riscontrati nella discarica di Belladanza a Città di Castello dove i valori di inquinamento, già emersi in passato, non hanno ancora una origine definita. Nei torrenti a valle della discarica è stata riscontrata la presenza di ammoniaca a causa di infiltrazioni di percolato. A Le Crete ad Orvieto sono stati trovati livelli di mercurio nel suolo e alcuni valori non ottimali nelle acque superficiali dovuti però al fiume Paglia, invece, le criticità di Pietramelina a Perugia riguardano i livelli di azoto nel torrente Mussino. La discarica con il miglior livello di salute, secondo il monitoraggio dell’Arpa è quella di Borgogiglione a Magione nella quale l’unico rilievo è quello relativo alla strada di accesso.

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