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Fascia appenninica, la Lega per il lavoro chiede l’aiuto della Regione

Pubblicato il 25 Settembre 2015 15:44 - Modificato il 5 Settembre 2023 22:58

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Una situazione drammatica quella che si è andata strutturando sul territorio della fascia appenninica negli ultimi anni con oltre 5 mila posti di lavoro persi tra i settori dell’edilizia, della ceramica, dell’agricoltura e con la chiusura della Merloni. E’ questo il quadro tracciato, venerdì mattina, durante la conferenza stampa tenuta dalla Lega per il Lavoro della fascia appenninica umbra, che ha voluto chiarire alcuni aspetti legati alle nuove opportunità che si stanno affacciando sul territorio e, allo stesso tempo, lanciare un appello alle istituzioni politiche. In un comprensorio che ha visto la chiusura della Merloni, lo stop alla produzione della JP Industries ed un accordo di programma che stenta ad affermarsi, la speranza sembra essere tornata grazie alla cordata capeggiata dalla manager Carmen De Martino. Nonostante una prima diffidenza, sono ora gli stessi responsabili della Lega per il lavoro a vedere una effettiva possibilità di ripresa per il territorio. “E’ vero che come Lega per prima cosa – spiega Luciano Recchioni – cerchiamo di evitare di dare false speranze ai lavoratori, però, visto che la De Martino sta rispettando il cronoprogramma che ci aveva presentato, è chiaro che oggi noi per primi ci aspettiamo le assunzioni”. E se davvero la De Martino può essere una risorsa per il territorio allora la Lega ha deciso di lanciare un appello importante alle istituzioni tutte, ma in particolare alla Regione Umbria. “Invitiamo la Regione a valutare che cosa c’è sul territorio della fascia appenninica – sottolinea Recchioni – capire quali sono le ipotesi da sostenere e quali quelle da scartare, e su un’eventuale opportunità invitiamo le istituzioni a dare anche una risposta politica. Noi stiamo chiedendo la massima trasparenza alla De Martino, ma ora chiediamo massima trasparenza anche alle istituzioni. Perché se la cordata capeggiata dalla manager è un’opportunità reale – conclude Recchioni – allora va sostenuta”. 

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