Giovedì mattina era a Foligno per festeggiare il 169esimo anniversario del corpo della polizia municipale cittadino. Celebrazioni durante le quali nessuno si è tirato indietro nel ricordare e rivolgere un pensiero alle vittime degli attentati terroristici di Parigi. Anche nel suo discorso, il sottosegretario all’Interno Gianpiero Bocci ha voluto fare un chiaro riferimento all’importanza di tenere sempre alta l’asticella della legalità, insieme a quella legata alla sicurezza dei cittadini. Durante la cerimonia è stato firmato anche un protocollo tra Comune di Foligno e Prefettura volto a scongiurare infiltrazioni mafiose all’interno della pubblica amministrazione. Successivamente Gianpiero Bocci è intervenuto ai microfoni di Radio Gente Umbra.
Cosa significa la firma di questo protocollo tra Comune di Foligno e Prefettura?
Oggi la città di Foligno scrive una pagina bella della storia del suo territorio. Sostanzialmente costruisce un’alleanza su un tema, quello della legalità, che è decisivo per il futuro della città, del territorio e dell’Umbria. Lo fa da protagonista perché sceglie la strada della legalità, mettendosi dalla parte dei cittadini onesti, assumendosi degli impegni che peseranno sulla macchina comunale. Sapendo però che non c’è un’altra strada. L’alternativa sarebbe solamente quella di consegnarsi nelle mani di organizzazioni criminali. Questo non deve essere fatto e non può avvenire perché la storia di Foligno è fatta di legalità e sicurezza insieme ad integrità del territorio. Si sta progettando il futuro coerentemente con la storia cittadina.
Non solo infiltrazioni mafiose. La cronaca di questi giorni ci sta dimostrando come i pericoli per i cittadini possono arrivare anche da altri fronti. Quanto avvenuto a Parigi ne è a testimonianza. La sicurezza nazionale può essere messa a repentaglio. In vista del Giubileo quali sono le misure adottate in Umbria?
La situazione è sotto gli occhi di tutti. Parigi non è una capitale lontana da noi. La Francia ci ricorda che c’è un pericolo vero e forte come quello del terrorismo. Ci sono degli animali che seminano morte e che tendono a far crescere la paura. Il loro obiettivo non è soltanto creare tensione, ma uccidere una civiltà, una società ed una storia. Per questo è una realtà molto pericolosa. Noi ne abbiamo piena consapevolezza e non stiamo sottovalutando nulla. Mi sento di poter dire che il nostro Paese sta investendo molto sull’intelligence e su un lavoro di prevenzione e di notizie scambiate tra realtà lontane ma che hanno lo stesso obiettivo. Vogliamo resistere a questo tentativo di seminare paura nel mondo e di creare morte. Ogni giorno tanti mezzi e tante persone controllano il territorio. Però a volte, come dimostra Parigi, non basta. Per questo si stanno facendo degli sforzi ulteriori per intensificare tutto sapendo che tutto inizierà il grande Giubileo di papa Francesco. Motivo in più per alzare i controlli e per migliorare ciò che c’è da migliorare.
L’allarme delle ultime ore arriva dall’Fbi che ha definito San Pietro a Roma e il Duomo insieme a la Scala di Milano obiettivi sensibili in Italia. Luoghi completamente diversi rispetto a quelli colpiti a Parigi, dove sono stati presi di mira lo stadio, un ristorante e un teatro…
Parigi dimostra che in realtà non è semplice parlare di obiettivi. Piazza San Pietro o la Scala insieme al Duomo di Milano rappresentano obiettivi che fanno clamore e che darebbero una risonanza notevole. La capitale francese pochi mesi fa fu colpita violentemente dalla stessa mano di terroristi su un obiettivo specifico come la sede di un giornale satirico. In quel periodo ragionammo molto se fosse giusto che la satira si spingesse fino ad un certo punto.. Avevamo l’idea comunque che c’era un obiettivo ben studiato. I fatti di questi giorni smentiscono quella scuola di pensiero. E’ la dimostrazione che l’obiettivo era semplicemente quello di seminare paura e morte. Sarebbe un errore pensare che i rischi si corrano solo in determinate parti.