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Appalti ferroviari, nuova denuncia di Filt Cgil: “Basta con il massimo ribasso”

Pubblicato il 29 Novembre 2015 10:51 - Modificato il 5 Settembre 2023 22:19

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La questione degli appalti ferroviari in Umbria torna in primo piano. La nuova denuncia – l’ennesima del sindacato – arriva dalla Filt Cgil, che torna a sottolineare la preoccupante situazione delle aziende che gestiscono gli appalti ferroviari nella regione e che danno lavoro a 100 persone. A finire sotto l’occhio del ciclone è il “massimo ribasso” che la committenza utilizza per l’assegnazione degli appalti. Un meccanismo giudicato “perverso” per la Cgil, “per cui le aziende vincitrici sono portate a ricorrere sistematicamente agli ammortizzatori sociali per ridurre i costi, con conseguente riduzione dell’orario di lavoro e del salario, che paradossalmente impedisce alle aziende di riuscire a coprire gli stessi servizi richiesti”. Per Marco Bizzarri e Sandro Gentili della Filt Cgil, il problema è esclusivamente economico e si potrebbe risolvere “chiamando a responsabilità il gruppo Fs che assegna tutti gli appalti in questione. Un intervento assolutamente necessario – insistono i rappresentanti Filt – visto che le aziende del sistema degli appalti ferroviari pagano sistematicamente in ritardo i salari (mediamente due mesi dopo), con inevitabili sulla sicurezza e la qualità dei servizi offerti”. I sindacalisti portano poi come esempio la Icss, impegnata nel lotto 1 “Cento Stazioni”, che si occupa della pulizia nelle stazioni di Foligno, Perugia Fontivegge, Assisi e Terni. “L’azienda subentrata nell’appalto il 1 giugno 2015 ha subito fatto richiesta di ammortizzatori sociali, in particolare i contratti di solidarietà, ponendo come alternativa il licenziamento di diversi lavoratori – spiegano Bizzarri e Gentili – ma la mole di lavoro da svolgere rende impossibile applicare una reale riduzione di lavoro ai dipendenti, che addirittura, al contrario, sono chiamati molto spesso a svolgere lavoro straordinario, seppure non riconosciuto, essendo vietato richiedere straordinari in aziende che utilizzano ammortizzatori. Dopo tante rassicurazioni da parte aziendale, mai concretizzatesi – continuano i sindacalisti – come Filt Cgil, insieme alle altre organizzazioni sindacali, abbiamo chiesto un incontro presso la Direzione territoriale del Lavoro con l’azienda appaltatrice, il committente (“Cento Stazioni”, gruppo Fs) e il consorzio di cooperative Miles, del quale la Icss fa parte. Ma l’azienda Icss e il consorzio non si sono presentati al tavolo. Di conseguenza le organizzazioni sindacali hanno denunciato la situazione agli organismi competenti, chiedendo un intervento diretto in azienda. La committenza deve assumersi le sue responsabilità, interrompendo il sistematico ricorso al massimo ribasso, mentre l’azienda appaltatrice deve provvedere immediatamente ad una normalizzazione della situazione con i propri dipendenti, pagando le spettanze e rispettando gli orari e i carichi di lavoro. Anche perché – concludono Bizzarri e Gentili – questa situazione la paghiamo tutti, sia come contribuenti, perché vengono attivati ammortizzatori sociali senza che ve ne sia una reale esigenza, sia come utenti, perché in una condizione di normalità le nostre stazioni e i nostri treni potrebbero essere molto più puliti”.

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