Come accade sempre di questi tempi il passaggio dal vecchio al nuovo anno viene scandito dall’alternarsi di bilanci e desideri. Noi di Rgu lo abbiamo fatto insieme al vescovo di Foligno, monsignor Gualtiero Sigismondi.
Sua Eccellenza, ripercorriamo insieme questo 2015 tra luci e ombre…
“E’ un’impresa ripercorrere un anno intero. È un cammino che mi piace fare a ritroso. Ho ancora vivo il ricordo dell’evento più recente, l’apertura della Porta Santa del 13 dicembre, un’immagine bellissima che ho impressa nel cuore e che raffigura la chiesa in cammino. Tornando ancora indietro come diocesi abbiamo avuto un altro importante evento culturale, il convegno a palazzo Trinci sul Concilio Vaticano II per ricordare i 50 anni di questo straordinario evento ecclesiale che ha dato una svolta al cammino della chiesa. Si tratta di due eventi recenti ma che mi hanno occupato a lungo, così come gran parte del mio tempo è stato assorbito per il servizio che svolgo come visitatore dei seminari d’Italia. Questa è parte della luce che il 2015 mi ha donato. Sento poi ancora forte il grido, insistente e persistente, di coloro che non hanno un lavoro. E come ci ricorda papa Francesco quando manca il lavoro viene meno anche la dignità dell’uomo. Un’ombra questa che purtroppo ha occupato anche l’anno appena trascorso. Il mio augurio è che il 2016 possa offrire delle schiarite in questo senso”.
In un contesto mondiale dove la pace e l’armonia viaggiano sul filo del rasoio come si inserisce il Giubileo della Misericordia fortemente voluto da papa Francesco alla fine del 2015?
Papa Francesco ha avuto un’intuizione profetica perché il popolo cristiano ha risposto in modo disarmante a questo Giubileo, un chiaro segnale del bisogno di misericordia e di perdono insito nel cuore di ognuno di noi.
La festa del Natale è trascorsa da poco. Una festa che aiuta chi sta bene a stare meglio ma che per chi sta male porta spesso a stare peggio.
È esattamente così. La malattia più grande per l’uomo è la solitudine e durante il Natale, nei giorni di festa in cui Dio ha voluto far sentire di più la sua vicinanza, l’uomo che non trova posto accanto a nessuno vivrà il Natale come un giorno sofferto. Dobbiamo andare incontro al prossimo e condividere ciò che abbiamo, iniziando con il nostro tempo.
Sua Eccellenza un augurio per il 2016…
Siamo diventati incapaci di meravigliarci. Questo è il mio augurio: che si possa riscoprire la bellezza della meraviglia partendo dalle cose più piccole.