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Da Montefalco a Forlì, la tela di Antoniazzo Romano celebra l’arte di Piero della Francesca

Pubblicato il 9 Febbraio 2016 15:22 - Modificato il 5 Settembre 2023 21:31

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Un viaggio di più di 200 chilometri destinazione Forlì. È quello che si appresta a fare la prestigiosa opera di Antoniazzo Romano “San Vincenzo, Santa Caterina d’Alessandria e Sant’Antonio da Padova”. Conservata nel museo di San Francesco, la tela farà parte del ventaglio di 250 opere in mostra al Museo San Domenico di Forlì per l’iniziativa “Piero della Francesca, indagine su un mito”, in programma dal 13 febbraio al 26 giugno prossimo. Dopo essere stata esposta nella mostra “Il tesoro d’Italia” a cura di Vittorio Sgarbi al padiglione Eataly Expo, il dipinto di Antoniazzo Romano si prepara quindi a vivere una nuova avventura. A farle compagnia saranno opere provenienti dai più grandi musei esteri del calibro della National Gallery di Washington, l’Hermitage di San Pietroburgo e ancora dalla Francia, Inghilterra e da New York, oltre che da svariate collezioni di tutta Italia. “Il progetto di promozione del patrimonio artistico-culturale della città di Montefalco – commenta il sindaco Donatella Tesei – passa anche attraverso operazioni di prestito a mostre importanti come questa che si terrà a Forlì”. La mostra allestita nel capoluogo romagnolo,sotto la direzione generale di Gianfranco Brunelli, è stata realizzata grazie al lavoro messo in piedi da un comitato scientifico presieduto da Antonio Paolucci. Una complessa operazione, quella promossa dal direttore dei Musei Vaticani, che ha il pregio di veder riunito un nucleo adeguato di opere di Piero della Francesca, proponendo anche un confronto del sommo artista con i più grandi maestri del Rinascimento, da Domenico Veneziano, Beato Angelico, Paolo Uccello, Andrea del Castagno, Filippo Lippi, Fra Carnevale a Francesco Laurana. Riunendo le varie tele è stato inoltre possibile documentare l’influsso che Piero della Francesca ha avuto sugli artisti della generazione successiva: da Marco Zoppo a Francesco del Cossa, passando per Luca Signorelli e Melozzo da Forlì, e fino ad arrivare ad Antoniazzo Romano, Bartolomeo della Gatta e Giovanni Bellini. 

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