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Ex Pozzi, Casa Rossa: “Troppo silenzio, le istituzioni si adoperino”

Pubblicato il 9 Febbraio 2016 15:15 - Modificato il 5 Settembre 2023 21:32

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Rompere il silenzio. È questo il grido d’allarme lanciato dall’associazione Casa Rossa sulla Ex Pozzi di Spoleto. Una situazione, quella in cui versano i 250 operai della Ims e della Isotta Fraschini, che rischia di degenerare in virtù del fatto che tra cinque mesi scadrà la cassa integrazione straordinaria. “I lavoratori della ex Pozzi – si legge nella nota stampa diffusa dall’associazione spoletina – da soli non ce la possono fare”. L’appello è quindi rivolto a tutte le istituzioni, perché “nel momento più difficile – continuano nel comunicato – si assiste ad un affievolirsi delle voci e a un venir meno degli interventi”. Emblematico in questo senso è, per Casa Rossa, il comportamento della Regione Umbria, “mai apparsa con la sua Presidente e solo comparsa con i suoi assessori”. Ma non solo. Anche il Comune potrebbe fare di più. “Sappiamo – scrivono al riguardo – che non ha strumenti particolari di intervento, ma non assolve comunque il compito politico che gli sarebbe proprio, quello di mobilitare la città intorno agli operai per difendere il lavoro di oggi delle famiglie dei dipendenti Ims–Isotta Fraschini e di domani per i giovani e il futuro della città”. In questo momento, inoltre, si starebbe giocando una partita decisiva per l’industria metallurgica di Santo Chiodo, ovvero quella che riguarda eventuali investitori interessati concretamente alla ex Pozzi, come emerso anche durante l’ultimo tavolo regionale, che si è tenuto a metà dicembre, intorno al quale si sono sedute istituzioni e Rsu, insieme al commissario straordinario Claudio Franceschini. In quell’occasione, infatti, si era fatto avanti un delegato di un’azienda umbra che opera nel comparto delle fonderie. In questi giorni, e per un periodo di un mese circa, poi, chi è interessato all’acquisto potrà accedere ai dati tecnici per valutare la convenienza dell’operazione. “Si vocifera, ma c’è sicuramente qualcosa di più, di cordate e di manifestazioni di interesse verso l’azienda – sottolineano da Casa Rossa – Ciò che sappiamo è questo: fondi cinesi che si appoggerebbero sulla vecchia direzione, fondi americani in contatto con la vecchia proprietà, una azienda umbra dello stesso settore, di piccole dimensioni”. Tuttavia, è innegabile che si tratta di una situazione delicata e difficile. “Se le voci non fossero solo voci ma anche altro – aggiungono dall’associazione spoletina -, ovvero capitali cinesi e americani che si interfacciano con la vecchia direzione o con la vecchia proprietà (i responsabili della situazioni di oggi, in altre parole), un acquirente umbro di dimensioni forse troppo piccole, sono situazioni che procurano allarme e che non lasciano ben sperare”. Il silenzio quindi non aiuta, anzi. Da qui l’appello di Casa Rossa: “Che le istituzioni parlino e si adoperino per il migliore risultato possibile, gli operai aspettano – concludono – ma sono anche pronti ad ogni iniziativa utile al loro futuro, a lottare per il lavoro e per le loro famiglie”.

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