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Foligno, i cittadini si mobilitano per salvare la Maestà di Borroni

Pubblicato il 1 Marzo 2016 11:50 - Modificato il 5 Settembre 2023 21:16

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Dopo 18 anni si torna a lottare per non vedere scomparire le tracce di uno dei luoghi simbolo di Borroni, frazione di Foligno. Stiamo parlando della nota Maestà che si trova all’ingresso del paese di cui, ad oggi, rimane ben poco. L’altare infatti rischia di crollare da un momento all’altro se non si procederà alla restaurazione in breve tempo e i cittadini sembrano non essere disposti a perdere un pezzo importante delle loro radici. A muoversi per primo è stato Fabio Roscini: “Non vivo più a Borroni – dichiara – ma ogni volta che passo davanti a quello che è un simbolo della mia infanzia vedo che la situazione peggiora sempre di più, così ho deciso di fare una foto alla Maestà per conservare questo ricordo perché penso che a breve non ci sarà più”. La foto viene condivisa sui social network ed improvvisamente quello che è un ricordo personale diventa un segno riconoscibile della memoria collettiva. La Maestà, per chi vive o ha vissuto a Borroni, è un punto di riferimento, il limite invalicabile che quando si era bambini non poteva essere superato, il confine entro cui ci si sentiva a “casa”. Si accende così l’interesse di tante persone che si dimostrano disponibili a mettere in campo risorse ed energie. “Nel ’98 era stata presentata una proposta all’amministrazione (proprietaria dell’edicola) – continua Roscini – al tempo c’erano le possibilità per realizzare la ristrutturazione in tempi brevi e senza costi per il Comune grazie ad un fondo di 9 milioni di lire stanziato da Coop Umbria Casa e a diverse offerte volontarie, ma il progetto non venne realizzato”. A diciotto anni di distanza i cittadini hanno intenzione di prendere in mano la situazione e rimettere in moto il progetto. “Sono già stato a parlare con l’amministrazione per trovare la soluzione più consona per intervenire – prosegue l’artefice della foto – entro Pasqua faremo una riunione con i paesani per studiare i preventivi di spesa e capire a quale importo ambire per la raccolta di fondi”. A poco è servito l’intervento di consolidamento fatto circa una decina di anni fa, secondo i sopralluoghi dei restauratori infatti l’altare, soprattutto la parte degli affreschi, rischia di cedere in breve tempo. Che non si tratterà di un intervento veloce il gruppo di sostenitori della Maestà di Borroni lo sa bene. Bisognerà infatti seguire un iter ben preciso che prevede anche l’intervento della Soprintendenza e l’esperienza da poco conclusasi, iniziata con l’incendio del 3 gennaio 2014, con il portone di San Felicianetto insegna che in questi casi i tempi sono tutt’altro che corti.  

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