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Gaite, è ancora bagarre. Il podestà ritira il palio della San Pietro

Pubblicato il 15 Luglio 2016 11:26 - Modificato il 5 Settembre 2023 19:48

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“Mi dispiace di essere stato costretto ad assumere questa decisione, auspico vivamente che lo spirito della festa venga preservato”. E’ con queste parole che Angelo Santificetur, podestà delle Gaite di Bevagna, conclude la sua lunga lettera nella quale annuncia la decisione di non voler assegnare il palio 2016 vinto dalla San Pietro. Una decisione presa lo scorso 4 luglio e che arriva al termine di giorni fatti di discussioni e tensioni tra le varie realtà del Mercato. “Alla luce di quanto è accaduto – scrive Angelo Santificetur – ritengo che il palio sia da restituire e lasciare nella sede delle Gaite senza penalizzazioni o rivalse da parte di alcuna gaita. La soluzione adottata – conclude – deve essere un monito per il futuro”. Nella missiva, il podestà ripercorre quanto avvenuto nelle ore e nei giorni successivi all’assegnazione del palio, “consegnato la sera del 26 giungo solo per motivi di ordine pubblico”. Il 30 giugno scorso invece, Santificetur durante il Consiglio maggiore aveva chiesto alle quattro gaite di fare un passo indietro e procedere all’annullamento delle gare. Decisione respinta al mittente dalla San Pietro, che sente sua quella vittoria. La diatriba scaturisce dalla gara dei mestieri, che il 21 giugno ha visto andare in scena la rappresentazione della gaita gialloverde. Al suo interno era compreso un momento che per alcuni andava preso in considerazione nel giudizio complessivo e per altri no. Dal giorno della criticata assegnazione del palio ad oggi, quello che è certo è che sulla vicenda è mancato il polso e la fermezza di prendere da subito, nel bene o nel male, delle decisioni. Il tutto, unito ad una grande confusione venutasi a creare anche per ammissione dello stesso podestà, che riconosce i suoi errori soprattutto per quanto riguarda l’applicazione del regolamento.

Fabio Luccioli
Fabio Luccioli
Direttore di Radio Gente Umbra e Gazzetta di Foligno

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