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Donazioni di sangue, Morbidoni: “Foligno piccolo fiore all’occhiello, ma c’è tanto da fare”

Pubblicato il 17 Luglio 2016 08:48 - Modificato il 5 Settembre 2023 19:47

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L’emergenza sangue non va in vacanza e le cronache nazionali ed internazionali degli ultimi giorni ne sono un esempio. Prima l’Italia con il disastro ferroviario in Puglia, dopo lo scontro di due treni tra le cittadine di Andria e Corato, poi la Francia con la strage di Nizza hanno dimostrato quanto la donazione di sangue sia importante, come questo piccolo grande gesto possa fare la differenza nel fronteggiare vere e proprie emergenze. E se l’impegno dei cittadini in questi frangenti non è mancato ma anzi è stato preciso e puntuale, un bisogno quasi impellente di far sentire la propria presenza di fronte alla sofferenza, allo strazio ed al dolore provocato dagli ultimi avvenimenti, non va dimenticato quanto, anche quotidianamente, si possa fare nel proprio piccolo. Soprattutto in estate, quando le donazioni subiscono una sorta di calo fisiologico e gli appelli da parte delle sedi Avis di tutta Italia si moltiplicano. E Foligno in questo non fa eccezione anche se, dopo i recenti anni bui, la città della Quintana è tornata ad essere un piccolo fiore all’occhiello dell’Umbria. Nei primi sei mesi del 2016, infatti, le donazioni hanno subito un incremento rispetto allo stesso periodo del 2015, passando da 1802 a 1913. Centoundici unità che sarebbero potute essere ancora di più se, così come sottolineato dai dati, il mese di giugno non avesse fatto registrare una piccola battuta d’arresto. Rispetto alle 302 donazioni mensili dell’anno passato, si è scesi infatti in questo 2016 a 272. Un calo di 30 unità che nella sede Avis di via dei Molini non si sanno spiegare ma che auspicano sia stato solo un fenomeno isolato, soprattutto alla luce dei dati confortanti registrati a partire dallo scorso gennaio, con un trend in crescita che aveva fatto ben sperare per il futuro. Anche se, il presidente della sezione folignate, Gino Morbidoni, e i suoi sanno che c’è ancora molto da fare. “I soci nel nostro Comune sono circa 2600 – spiega il numero uno di via dei Molini – ma rappresentano solo il 7,85 per cento dei potenziali donatori. È vero – prosegue –, il nostro è una dato che supera quasi del doppio la media regionale, ferma anche se di poco sotto al 4 per cento, ma il nostro obiettivo è quello di raggiungere una soglia tra il 10 e il 12 per cento”. Da qui l’appello di Gino Morbidoni a donare sempre e ancor di più in estate, “perchè – dice – anche nei mesi più caldi c’è bisogno di sangue”. Ma a cosa è dovuto il picco estivo? Una spiegazione univoca non c’è, “forse è per le alte temperature – sottolinea – o magari perché in questi mesi le persone sono più libere e si dedicano ad altre attività, oltre ovviamente al fatto che in tanti vanno in ferie”. L’emergenza però no, quella non va in ferie. Ecco perché i vertici Avis, sia a livello nazionale che locale, si appellano ai cittadini perché compiano il loro grande gesto d’amore verso il prossimo anche in estate. Un invito a donare sangue, ma non solo. Già perché tra le opportunità c’è anche quella della donazione del plasma, che negli anni ha fatto registrare un vero e proprio boom, dovuto probabilmente al fatto che anche chi ha i valori dell’emocromo bassi, può comunque effettuare la plasmaferesi. Ecco allora che i dati descrivono una situazione positiva. Così com’è positivo l’esempio portato dalla comunità islamica presente a Foligno, che continua con i suoi oltre settanta donatori a supportare l’attività dell’Avis guidata da Gino Morbidoni, contribuendo al mantenimento dei livelli di autosufficienza registrati nella città che li ha accolti.

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