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“Non c’è proprio niente da ridere”, i Julian Mente fanno sul serio per il loro terzo album

Pubblicato il 7 Ottobre 2016 14:10 - Modificato il 5 Settembre 2023 19:07

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Quattro giovani folignati con la passione per il rock alternativo che, nel lontano 2006, hanno dato ossigeno ai Julian Mente. Una creatura che, a differenza di quanto può suggerire il nome, le bugie proprio non le sa dire. A quattro anni dal loro ultimo lavoro, Frantumi, la Mente di Julian torna a far vibrare le corde della chitarra di Michelangelo Capodimonti, il basso di Alessio Aristei, i tamburi e i piatti di Mattia Desantis e la voce di Diego Fratini con un nuovo album. Si tratta del terzo disco del gruppo. Insomma i Julian Mente fanno sul serio e a suggerircelo è anche il titolo dell’album: “ Non c’è proprio niente da ridere” che verrà presentato, in anteprima live, sabato 8 ottobre al Supersonic di Foligno, in attesa dell’uscita ufficiale di lunedì 10 ottobre. La band è ormai conosciutissima in Umbria, e non solo, per le sue sfumature graffianti ed i contenuti dei testi poco compiacenti. Dodici tracce, dodici storie, tutte accomunate dallo stesso concetto. Un disco che lotta contro un nemico ben preciso. Allo show ad ogni costo, all’intrattenimento e alla derisione i Julian Mente ribattono con la riflessione e la “rivoluzione”. “Il Paese va a rotoli e noi ridiamo – afferma Diego Fratini, voce dei Julian Mente – non c’è un bel niente da ridere ragazzi, ogni tanto dobbiamo riflettere”. Un lavoro frutto di un percorso lento e ragionato, di una crescita e di un’evoluzione, di una quotidianità fatta di problematiche a cui la maggior parte delle persone preferisce non pensare. “Se mi confondi io non cambierò, se mi difendi io non crescerò”, inizia così una delle tracce del disco, “Se chiudi gli occhi”, un inno a non essere sempre accondiscendenti e ad andare contro a ciò che non va bene. Fastidio, frustrazione e aggressività sono ancora gli ingredienti principali dei testi e dei suoni dei Julian Mente. Cosa c’è di nuovo nell’album? “Siamo cresciuti – risponde Diego – insieme a noi sono cresciute le responsabilità, le preoccupazioni e con nostalgia pensiamo ai tempi dell’incoscienza. La musica è la sola che può farti riprovare certe sensazioni. La musica ti salva”. “Qualcuno ci ha criticato – continua – per la mancanza di originalità. Abbiamo sperimentato un sacco nei suoni, è un disco che suona bene ma che potrebbe essere ancora più particolare, quindi quando ci dicono che potremmo dare qualcosa di più nel suono hanno ragione ma piano piano arriverà anche questo”. Un primo assaggio del disco è stato il singolo “Stare bene oggi” che in meno di un mese conta già oltre 13mila visualizzazioni. Che ne pensate? “E’ una cosa che ci dà tanta soddisfazione e ci ripaga di questi 10 anni di sacrifici (ricordiamo che non abbiamo nessua etichetta che ci segue). Abbiamo riflettuto tanto prima di decidere quale singolo fare uscire, abbiamo scelto il messaggio con cui volevamo presentare l’album e non il pezzo più “ruffiano” e melodico. Questa canzone è abbastanza spigolosa, piena di accordi ansiogeni, non ci sono giri a vuoto ma si parte subito con strumenti e voce: “ Come essere soli nell’utile, meglio essere tanti nel futile..”. Siamo talmente tanto distratti dalle cose futili che pensiamo che la felicità sia questa e non pensiamo alle cose serie. Quale è un altro pezzo con cui identificheresti il messaggio che volete mandare? “Sono molto fiero di un passaggio della canzone ‘Mentre lei dorme’ che dice: ‘Sei eroe del tuo supermercato, erede di nessuno, se solo tuo nonno sapesse si rivolterebbe nel carrello…’. Alle persone basta comprare e avere tutto quello che ‘è necessario avere’, acquistare le certezze che servono, sono appunto ‘eroi nel loro supermercato’. Siamo tutti dentro la stessa gabbia e nessuno si salva, nemmeno io – colui che scrive il testo – che sto talmente tanto dentro a questo meccanismo da sbagliami e invece di dire ‘se solo tuo nonno sapesse si rivolterebbe nella tomba’ dico ‘nel carrello’, il carrello della spesa. Una volta morti gli anziani di oggi si aprirà una nuova era, con loro se ne andranno tanti valori che non ci sono più, anche se qualcuno c’è riuscito a mettere uno smartphone in mano ai nostri nonni”. Ormai è passato tanto tempo dalla prima volta che vi siete affacciati sulla scena musicale locale, come è cambiata Foligno?Nel 2008 esisteva un solo locale, il Feedback. A quei tempi si faceva molta ricerca, c’era più curiosità invece, anche nel campo della musica, adesso si cerca la certezza. I dischi non li compra più nessuno e la serata trash è quella che assicura il divertimento. Questa cosa è inquietante”. “È per questo invece che noi amiamo i live, perché non sai mai esattamente cosa può succedere – continua Diego – in quel momento ti senti vivo, scopri lati di te che non avresti mai conosciuto. Ti giri, guardi i tuoi compagni e ‘vivi’ insieme a loro sul palco. Avere una band in fondo è come avere una ragazza, basta uno sguardo e ti capisci al volo”. Quali sono i progetti futuri dei Julian Mente?Vogliamo suonare. Vogliamo organizzare un tour che ricopra una bella zona d’Italia per raccontare il senso di quello che stiamo facendo, arrivare a più persone possibili cercando di sconfiggere il nemico”.  

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