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Dal Trentino a Foligno per raccontare l’esperienza del biodigestore. “Nessun cattivo odore”

Pubblicato il 22 Ottobre 2016 14:52 - Modificato il 5 Settembre 2023 18:59

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Per la fine del mese è fissato un nuovo incontro pubblico in cui verrà nominato un comitato di cittadini chiamato a seguire l’iter, ma intanto venerdì pomeriggio Comune di Foligno e Valle Umbra Servizi hanno chiamato nuovamente a raccolta residenti e associazioni. Al centro dell’attenzione, come da alcuni mesi a questa parte, la questione relativa alla possibile realizzazione del biodigestore a Casone. Questa volta a parlare, però, sono stati degli ospiti arrivati direttamente da Trento. Si, perché nella provincia autonoma del Nord Italia esiste un impianto quasi identico a quello che dovrebbe vedere la luce alle porte della città della Quintana. “Quasi” perché, mentre l’impianto trentino genera energia elettrica, quello folignate produrrebbe biometano. Fatta eccezione per quest’aspetto, dunque, i due biodigestori viaggiano sulla stessa linea. O almeno così è stato spiegato nel corso dell’incontro a cui ha fatto da sfondo, venerdì pomeriggio, il centro di formazione “Mancini” di Sant’Eraclio. ZORZI – Ad entrare negli aspetti tecnici sul funzionamento dell’impianto è stato Michele Zorzi, responsabile di “Bioenergia Trentino Srl”. “La nostra è un’iniziativa privata – ha spiegato – che ha preso il via quattro anni fa per dare una risposta concreta ad un servizio di raccolta differenziata che nella provincia di Terni ha sempre avuto standard elevati. Fino a quel momento i rifiuti organici e le ramaglie venivano smaltiti in parte in alcuni piccoli centri tradizionali, mentre il grosso doveva essere portato in provincia di Verona. Oggi, invece, abbiamo a disposizione un impianto che ci permette di valorizzare i rifiuti organici, producendo compost di qualità ed energia. Il tutto senza che si generino cattivi odori”. TONINDANDEL – Aspetto, quest’ultimo, affrontato da Gabriele Tonindandel dell’Arpa di Trento. “Abbiamo vissuto uguali vicissitudini a quelle che sta vivendo oggi Foligno per ciò che riguarda il percorso che ha portato alla realizzazione dell’impianto. Anche da noi sono sorti comitati spontanei e sono emerse diverse perplessità, ma abbiamo valutato tutti i possibili impatti a livello ambientale, anche per ciò che riguarda la presenza di cattivi odori. E possiamo dire che in quattro anni non abbiamo mai avuto neppure una segnalazione per quanto riguarda quest’aspetto. Anzi, l’impianto ha anche ricevuto la bandiera verde di Legambiente. In più, così abbiamo evitato la realizzazione di un inceneritore”. GLI ESPERTI – Ad illustrare vantaggi ma anche possibili criticità legate, però, solo ad un cattivo utilizzo dell’impianto, sono stati nell’ordine: Maurizio Petruccioli, docente di microbiologia all’Università della Tuscia di Viterbo, Armando Mattioli, responsabile del Dipartimento di salute e prevenzione dell’Usl Umbria 2, e Giovanni Gigliotti del Dipartimento di ingegneria civile ambientale dell’Università di Perugia, che ha parlato dell’utilizzo del compost in agricoltura. SALARI – A moderare l’incontro, a cui ha preso parte anche il sindaco Nando Mismetti, è statoil presidente della Valle Umbra Servizi, Maurizio Salari, che prendendo la parola ha parlato della realizzazione a Casone del biodigestore come di un “evento importante e positivo per la città e il territorio”. “Con questo impianto – ha detto – raggiungeremo due importanti traguardi: valori ambientali accettabili e l’economicità e il risparmio nel servizio”. Il presidente Salari è poi sottolineato il varo di un nuovo piano per la raccolta differenziata, ora al vaglio dell’Ati3. LEGAMBIENTE – Fronte su cui è intervenuta anche Legambiente. Ribandendo il proprio appoggio al biodigestore, infatti, Daniela Riganelli ha però posto l’accento sull’importanza sia di un corretto utilizzo dell’impianto ma anche di un adeguato sistema di gestione della raccolta. WWF E COMITATI – A disertare l’incontro, invece, il Wwf e i comitati spontanei di Sassovivo, Sterpete e Sant’Eraclio. Tra i motivi dell’assenza, come spiegato in una nota, il mancato tempismo con cui amministrazione e Valle Umbra Servizi hanno deciso di informare i cittadini che “in questa fase non potranno decidere o modificare nulla rispetto a quanto già deciso”.

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