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Foligno, la maratoneta Franca Fiacconi ricevuta da Mismetti

Pubblicato il 17 Dicembre 2016 14:31 - Modificato il 5 Settembre 2023 18:32

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Franca Fiacconi non ha bisogno di presentazioni. Unica donna a vincere la maratona di New York nel 1998, ha molti ori all’attivo, tanta passione e dedizione per uno sport che è da sempre la sua vita. Una vita fatta di successi e riconoscimenti che, nel pomeriggio di venerdì, ha visto consegnarle una targa celebrativa da parte del sindaco di Foligno Nando Mismetti, per lo stretto legame che unisce da sempre l’atleta alla città della Quintana e che la vedrà accompagnare gli atleti folignati alla maratona di New York del 2017.

Qual è stata la vittoria della tua vita?

Il mio traguardo più importante è stato sicuramente quello di New York (in 2 ore e 26 ndr), ma in quell’anno ho vinto anche la maratona di Roma, il campionato italiano a Torino e la mezza maratona Roma-Ostia. Sempre nel 1998 sono arrivata quarta ai campionati europei. E tutto fatto con estrema serietà e passione, seguendo una vita quasi monastica, fatta di sacrifici. Notte e giorno in funzione della corsa.

Da quanto tempo corri?

Ho iniziato a 12 anni, ero una ragazzina, casualmente e facevo il mezzo fondo. Per la corsa ho avuto proprio un colpo di fulmine, poi a 23 anni ho dato una svolta alla mia attività perché vedevo che nel mezzo fondo e ho provato la maratona, con un esordio che andò benissimo a Roma, nella quale sono arrivata seconda, e da lì ho proseguito e mi sono specializzata. Ho corso da professionista fino al 2004, poi è nata mia figlia e ho cominciato a correre per diletto. Adesso continuo a correre le mie maratone a livello amatoriale con gli amici e con gli atleti che alleno. Sono il coach di questi amatori che è una cosa divertentissima: si corre insieme, ci si confronta, cerco di fargli raggiungere gli obiettivi come persone che corrono per diletto, perché ognuno ha la sua famiglia e il lavoro. Diciamo che ci divertiamo a fare fatica.

I segreti?

Sono quelli di focalizzare un obiettivo, perché loro non possono fare troppe gare, perché non lo fanno per lavoro, e farceli arrivare per gradi, con delle proposte di allenamento sempre nuove intriganti e mai monotoni.

Un esempio?

C’è un allenamento divertentissimo, inventato da me, molto particolare, nato osservando gli atleti africani. Si chiama ‘Kenian training’ ed è basato su delle prove all’interno di una corsa ad un ritmo base, già stabilite prima, a velocità maggiore e su distanze diverse. Differente dal ‘fartlek’, un allenamento molto libero che nasce come in natura, che va molto a sensazione e dove anche il recupero si fa a sensazione, sia nella durata che nella velocità di esecuzione. Dunque, non c’è solo la distanza ma dei tempi da rispettare. Fa stare molto sull’attenti. L’atleta deve molto ragionare mentre corre, e ascoltarsi tantissimo. Richiede molta fatica ma dei vantaggi enormi, e durante questo allenamento non si ha il tempo per annoiarsi, per cui risulta divertente.

E’ per tutte le età?

Comincia ad essere proposto ad atleti amatori più evoluti.

Cosa ti porta a Foligno?

Mi portano gli amici dell’Atletica Winner, che mi invitano da anni, e che organizzano questa bella mezza maratona dove purtroppo non sono mai riuscita a partecipare.

Ma parteciperai l’anno prossimo?

Verrò a fare la madrina con molto piacere, dopo la maratona di Berlino che ormai è un appuntamento fisso per me e i miei atleti. Ma a Foligno mi porta soprattutto la mia amicizia con il presidente dell’Atletica Winner Mazzocchio e ho scoperto questi gruppi che hanno una filosofia che a me piace molto e che è quella del piacere di correre. Ho notato che non è facile trovare gruppi che abbiano questa filosofia basica. Molti vanno ad infognarsi sui tempi, con obiettivi alti. Invece a Foligno il gruppo è basato sul benessere e sull’amicizia, sullo stare insieme, a prescindere dal risultato. Perché il risultato è più la misura con se stessi inizialmente e di condivisione con gli altri. Poi è chiaro che ognuno si ponga degli obiettivi, fatti anche di tempi. Uno spirito di gruppo che non sempre si trova.

Accompagnerai il gruppo folignate a New York nel 2017?

Si, alla maratona che è il sogno di qualsiasi maratoneta. Anche per chi magari, nella vita, farà solo quella. Penso che come sempre sarà un’esperienza strepitosa, soprattutto per chi non l’ha mai fatta e poi, per chi fa l’esordio, è un’esperienza speciale anche dal punto di vista umano. Sarà bellissimo soprattutto il giorno dopo, quando tutti andremo in giro per la città con la medaglia al collo, come da consuetudine, e la gente intorno si complimenterà solo per il fatto di aver raggiunto il traguardo. Per loro sei un eroe. E gli americani ci insegnano proprio questo. A loro non interessa il risultato ma il fatto che tu ti sia divertito. Ed è questo che ho rivisto con piacere qui a Foligno.

Quanti folignati accompagnerai l’anno prossimo?

Più o meno 60 su 500 iscritti, con famiglie ed amici al seguito. E credo che sia un traguardo importante, che non accade spesso, dovuto ad una realtà che permette un’aggregazione e una vicinanza tra le persone unica, che per esempio non accade nella mia città (Roma ndr). Forse è proprio la grande metropoli che divide le persone. Ma non dimentichiamoci mai dell’importanza del trascinatore, dell’allenatore, che rinuncia al suo tempo e al suo allenamento per accompagnare amici e atleti. E si diverte con loro.  

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