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Lo scrigno si rivela. A palazzo Candiotti si aprono le porte de “La stanza di Erminia”

Pubblicato il 28 Gennaio 2017 13:07 - Modificato il 5 Settembre 2023 18:14

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Una stanza che custodisce la storia e la poesia riproponendo gli endecasillabi di Erminia e Tancredi del testo di Torquato Tasso in cinque dipinti ad olio e quattro ovali a tempera su muro. Il ciclo pittorico riportato alla sua bellezza grazie all’intervento della Fondazione Cassa di Risparmio di Foligno, che ha finanziato la restaurazione delle tele, si trova all’interno del maestoso palazzo Candiotti. Occhi all’insù quindi per ammirare l’unica parentesi idillica della Gerusalemme Liberata custodita in un cofanetto decisamente rappresentativo per la città. “Ci sono sempre più motivi per venire a Foligno – dichiara Gaudenzio Bartolini, presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Foligno, che ha finanziato il restauro – ci piace pensare di esser parte di un progetto che mira a mantenere viva la memoria storica della città e a valorizzare quegli elementi che avranno risvolti positivi per tutta la comunità”. Presente il presidente dell’Ente Giostra della Quintana, Domenico Metelli, che ha fatto gli onori di casa in quella che oggi è la sede di un altro patrimonio importante per Foligno. “Recuperare un tesoro simile ci fa pensare al futuro ma in primis al presente – sono le parole del sindaco Nando Mismetti – l’evoluzione di Foligno negli ultimi 20 anni è stupefacente. Basti pensare a questo angolo di città dove sono tornati alla luce luoghi straordinari: l’auditorium San Domenico, l’Oratorio del Crocifisso e palazzo Candiotti. La crisi che stiamo ancora vivendo riguarda i valori – sottolinea – ecco quindi che cosa dobbiamo ricostruire per tornare a splendere”. Il primo cittadino ha voluto ringraziare con particolare enfasi la Fondazione per aver accompagnato e sostenuto Foligno in questi anni di rinascita. “Quest’anno festeggerete un anniversario importante, 25 anni – continua rivolgendosi al presidente Bartolini –, ed è anche grazie al vostro apporto che la città sta ritrovando il suo ruolo e la sua collocazione”. Da località di passaggio Foligno si sta sempre più affermando come luogo degno di essere vissuto e scoperto fino in fondo e le tele che ritraggono Erminia e Tancredi sono l’ennesimo tassello che va ad arricchire un patrimonio in continua crescita. “Non ho memoria di luoghi in cui si possano trovare tele che traducono episodi come quelli che troviamo a Foligno – dichiara il professor Guglielmo Tini, colui che individuò nella sala di Palazzo Candiotti il ciclo pittorico tassesco – questo è un giorno importante, un punto di partenza verso quella che potrebbe essere presto annoverata come la città di Torquato Tasso”. E forte dell’unicità racchiusa dentro la stanza dove ora si trovano in tutta la loro bellezza le tele che raccontano l’idillio senza eguali dell’iconografia tassiana, il professor Tini fantastica sulla possibilità di ospitare a Foligno un congresso dedicato al famoso poeta del Cinquecento e di vedere il nome della città all’interno del prossimo catalogo nazionale dedicato alla sua iconografia. Una stanza che custodisce la storia e la poesia riproponendo gli endecasillabi di Erminia e Tancredi del testo di Torquato Tasso in cinque dipinti ad olio e quattro ovali a tempera su muro. Il ciclo pittorico riportato alla sua bellezza grazie all’intervento della Fondazione Cassa di Risparmio di Foligno, che ha finanziato la restaurazione delle tele, si trova all’interno del maestoso palazzo Candiotti. Occhi all’insù quindi per ammirare l’unica parentesi idillica della Gerusalemme Liberata custodita in un cofanetto decisamente rappresentativo per la città. “Ci sono sempre più motivi per venire a Foligno – dichiara Gaudenzio Bartolini, presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Foligno che ha finanziato il restauro – ci piace pensare di esser parte di un progetto che mira a mantenere viva la memoria storica della città e a valorizzare quegli elementi che avranno risvolti positivi per tutta la comunità”. Presente il presidente dell’Ente Giostra della Quintana, Domenico Metelli, che ha fatto gli onori di casa in quella che oggi è la sede di un altro patrimonio importante per Foligno. “Recuperare un tesoro simile ci fa pensare al futuro ma in primis al presente – sono le parole del sindaco Nando Mismetti – l’evoluzione di Foligno negli ultimi 20 anni è stupefacente. Basti pensare a questo angolo di città dove sono tornati alla luce luoghi straordinari: l’Auditorium San Domenico, l’Oratorio del Crocifisso e Palazzo Candiotti appunto. La crisi che stiamo ancora vivendo riguarda i valori – sottolinea – ecco quindi che cosa dobbiamo ricostruire per tornare a splendere”. Il primo cittadino ha voluto ringraziare con particolare enfasi la Fondazione per aver accompagnato e sostenuto Foligno in questi anni di rinascita. “ Quest’anno festeggerete un anniversario importante, 25 anni, – continua rivolgendosi al presidente Bartolini – ed è anche grazie al vostro apporto che la città sta ritrovando il suo ruolo e la sua collocazione”. 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E forte dell’unicità racchiusa dentro la stanza dove ora si trovano in tutta la loro bellezza le tele che raccontano l’idillio senza eguali dell’iconografia tassiana, il professor Tini fantastica sulla possibilità di ospitare a Foligno un congresso dedicato al famoso poeta del Cinquecento e di vedere il nome della città all’interno del prossimo catalogo nazionale dedicato alla sua iconografia.

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