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A Spoleto un 2016 da record per le nascite: 542 i bambini venuti alla luce al San Matteo degli Infermi

Pubblicato il 7 Febbraio 2017 16:34 - Modificato il 5 Settembre 2023 18:09

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Anche in questo inizio 2017, l’archidiocesi di Spoleto-Norcia ha celebrato la Giornata per la Vita, evento organizzato in collaborazione con il reparto di ginecologia ed ostetricia dell’ospedale San Matteo degli infermi di Spoleto diretto dal dottor Fabrizio Damiani. Il tema scelto per quest’anno, secondo le indicazioni della Conferenza episcopale italiana, è stato “Donne e uomini per la vita”. L’evento ha vissuto, come sempre, due momenti distinti. Il primo venerdì 3 febbraio con “Racconta la vita” al teatro Menotti, il secondo domenica 5 febbraio con la messa per i nati nell’anno al San Matteo degli Infermi di Spoleto. Il pomeriggio di venerdì, moderato da Virginia Piccolillo giornalista del Corriere della Sera, è stato caratterizzato da alcune testimonianze sulle gioie e sulle difficoltà della vita e un concerto della Cappella musicale pontificia sistina. “Siamo qui – ha detto l’arcivescovo di Spoleto-Norcia monsignor Renato Boccardo – per raccontare le cose che danno sapore e colore alla vita. Vogliamo omaggiare le famiglie presenti, in particolare i neo genitori, e insieme incoraggiarci a vivere bene la vita”. Mentre Fabrizio Damiani, primario di ostetricia e ginecologia dell’ospedale di Spoleto, ha ricordato come il 2016 sia stato l’anno record di nascite per il reparto: ben 542. “È un messaggio – ha detto – di gaudio e di ottimismo per questa terra che vive la drammatica esperienza del terremoto”. Sulla stessa lunghezza d’onda il sindaco della città Fabrizio Cardarelli, che ha pubblicamente ringraziato Damiani per “la sua dignità e la sua professionalità”. Tra le testimonianze c’è stata quella di Fabrizio Baglioni dei vigili del fuoco dell’Umbria che ha testimoniato la passione profusa con le persone colpite dal terremoto. “La maggiore gratificazione che si riceve – ha detto – è lo sguardo di ringraziamento delle persone che hai aiutato a tirar fuori dalla casa crollata gli oggetti loro più cari o che hai assistito nelle cose semplici e banali, come può essere l’accompagnamento per governare le galline”. Cecilia Amici, una signora 85enne di San Pellegrino di Norcia, ha testimoniato la tenacia di voler proseguire la propria vita nel suo paese che non c’è più, vivendo in tenda prima e in roulotte poi. Caterina e Gianluca Martellini di Castel San Giovanni di Castel Ritaldi con i loro cinque figli (Matteo, Giulia, Alessandra, Sara e Carlo) hanno testimoniato come l’accoglienza della vita possa ben coniugarsi con un’attività professionale come la loro (ristorazione e catering per cerimonie). L’ultima testimonianza doveva essere quella di padre Modesto Paris, agostiniano scalzo che per alcuni anni è stato parroco di Santa Rita a Spoleto e che dal 2015 convive con la sclerosi laterale amiotrofica (Sla), malattia degenerativa che in poco tempo lo ha privato della voce, lo ha costretto alla sedia a rotelle, gli ha impedito di mangiare e bere liberamente. La sua testimonianza è stata letta da un suo ex parrocchiano di Santa Rita, Marco De Angelis, tra la commozione dei presenti. “Dopo la sentenza che si trattava di Sla – scrive padre Modesto – iniziano i giorni del pianto e della disperazione. Penso e non dormo. Non capisco e piango. Chi mi viene a trovare piange con me. Ma ho con me il computer, così mi collego al sito www.avvenire.it, dove leggo il titolo di una predica di Papa Francesco a Santa Marta, che recita così: Il dolore è dolore ma, vissuto con gioia e speranza, ti apre la porta alla gioia di un frutto nuovo”. Al termine delle testimonianze c’è stato il concerto, applauditissimo, della Cappella musicale pontificia sistina diretta dal maestro monsignor Massimo Palombella. E poi, domenica, la messa per i nati nell’anno. Moltissime coppie di genitori con carrozzine e passeggini sono salite in cattedrale per partecipare a questo momento di preghiera. Entrando in Duomo, su degli appositi pannelli, erano state messe le foto dei piccoli presenti. Nell’omelia il vescovo ha ricordato alle mamme e ai papà che questi pargoli “sono come una luce che rallegra le vostre giornate. Al tempo stesso loro hanno bisogno di luce, di quella luce che solo voi potete donargli e che è il vostro modo di vivere che vi ha portato fin qui oggi e che ora, con responsabilità, siete tenuti a trasmettere”. Al termine della messa arcivescovo, primario, il vice sindaco di Spoleto Maria Elena Bececco, i bimbi, i genitori e tutti i presenti si sono radunati in piazza Duomo per il lancio in aria di palloncini blu e rosa, simbolo di speranza. Un lungo applauso ha accompagnato questo gesto.

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