Nonostante la pioggia caduta tutta la mattina, i lavoratori dell’Oma Tonti non hanno voluto rinunciare al picchetto di fronte ai cancelli della fabbrica. Come promesso quindi, sindacati e dipendenti si sono ritrovati all’esterno dell’azienda aeronautica di Foligno per incrociare le braccia e cercare di dare una scossa alla proprietà. Ad indire l’iniziativa sono state Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil, in accordo con l’rsu dell’Oma. Nel corso della mattinata, le decine di lavoratori presenti alla manifestazione di protesta hanno incontrato anche uno dei fratelli Tonti, famiglia proprietaria dell’Oma. A confrontarsi con loro è stato Giovanni Tonti (come si vede dalla foto dell’articolo), rimasto in strada per ascoltare la voce di sindacati e dipendenti. I rapporti tra le parti ultimamente si sarebbero incrinati e c’è grande preoccupazione per il futuro dell’azienda, come spiegano i sindacati: “L’adesione alla protesta è stata massiccia – afferma Simone Pampanelli della Fiom Cgil -. Questo è sì uno sciopero, ma soprattutto un monito che noi lanciamo all’azienda rispetto alla sua crescita, il suo sviluppo e il suo futuro. C’era stato pronosticato – prosegue il sindacalista – un migliore andamento aziendale e invece oggi vediamo che c’è un arretramento anche rispetto alle relazioni sindacali. Le ragioni che ci sono state presentate a Confindustria Perugia non ci hanno soddisfatto. Vogliamo far capire che noi teniamo all’Oma – conclude Pampanelli – al di là delle beghe societarie e familiari. Per noi questa azienda rimane un’eccellenza, ma vogliamo delle risposte certe sul futuro”. Oltre a Pampanelli, presenti allo sciopero Adolfo Pierotti della Fim Cisl e Daniele Brizi della Uilm Uil. Per i tre, in azienda si respira “un clima ottocentesco, fatto di provvedimenti disciplinari, spostamenti immotivati e tensione, appunto, che non favorisce di certo una buona organizzazione del lavoro e l’ottimizzazione dei processi produttivi”. C’è poi la questione dei lavoratori interinali: “Alcuni sono già usciti, altri sarebbero in uscita e anche qui – continuano i sindacalisti – le risposte date dall’azienda, che parla di scelte dettate dalla meritocrazia, non ci convincono, visto che si tratta di lavoratori che da anni sono all’interno del processo produttivo e sulle cui competenze non ci possono essere dubbi”. I lavoratori hanno incrociato le braccia dalle 6 alle 11 del mattino di fronte alla sede principale di via Cagliari. Al momento non sono previste ulteriori iniziative di protesta, visto che la speranza dei lavoratori è quella di tornare a discutere il prima possibile con la proprietà per cercare di schiarire le nubi sul futuro. Anche perché l’Oma conta su oltre 600 dipendenti, rappresentando un’importante – per non dire fondamentale – realtà economica per il territorio folignate e non solo.