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Si abbona ad una finta rivista: perseguitato per dieci anni

Pubblicato il 11 Marzo 2017 12:24 - Modificato il 5 Settembre 2023 17:54

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Associazione a delinquere, commissione di truffa, sostituzione di persona, tentata estorsione ed usurpazione di titolo. Sono i reati per cui è scattata la denuncia nei confronti di sei persone, quattro uomini e due donne, tra i 27 e i 57 anni di origini italiane e rumene, da parte dei carabinieri della stazione di Castel Ritaldi e della compagnia di Spoleto. Ad essere sgominata una vera e propria banda di truffatori, residenti tra Milano e Cologno Monzese, che aveva cercato di raggirare un uomo di Castel Ritaldi, facendosi consegnare 250 euro ed a cui stavano tentando di estorcergliene altri 1.500. Tutto è cominciato nel 2006 quando un pensionato di Castel Ritaldi viene contattato telefonicamente per sottoscrivere un abbonamento a riviste di polizia, carabinieri e vigili del fuoco. L’uomo accetta e poco dopo, a presentarsi nella sua abitazione, sono dei corrieri espressi che gli consegnano i giornali richiesti e ritirano il denaro pattuito. A distanza di un anno, l’uomo viene ricontattato per il rinnovo dell’abbonamento ma rifiuta e per dieci anni non riceve più alcuna notizia. Fino al 2015, quando l’uomo riceve una telefonata da un finto studio legale, dal quale gli viene comunicato di aver procurato un danno ad una fantomatica casa editrice di riviste di polizia e gli viene chiesto un pagamento di 250 euro, per evitare l’udienza al tribunale di Roma con relativa ingiunzione di pagamento, che avrebbe previsto somme molto più alte. Il pensionato, quindi, decide di pagare e per un altro anno non riceve più alcuna notizia. A ottobre 2016, quando la vittima pensava fosse tutto finito, viene però ricontattata, più volte in un giorno, da un fantomatico addetto del tribunale di Roma, che gli riferisce di un’ingiunzione di pagamento nei suoi confronti, emessa da un giudice, per un importo di oltre mille euro da pagare. All’uomo viene inoltre detto che, pagando tutto nel giro di 24 ore, può usufruire di uno sconto del 30 per cento e l’ingiunzione sarebbe stata cancellata. Per convincerlo a pagare immediatamente, la banda inizia quindi a chiamarlo ripetutamente, alzando di volta in volta la posta fino a 1500 euro. L’ultima telefonata arriva da un sedicente avvocato di Milano, che intima all’uomo di pagare la somma richiesta minacciandolo di forti sanzioni pecuniarie. A quel punto scatta la chiamata ai carabinieri della stazione di Castel Ritaldi che, rassicurato l’uomo, lo invitano a sporgere denuncia. Sono così scattate le indagini che, oltre ad accertare l’inesistenza dell’avvocato, dell’impiegata e dei pronunciamenti del Tribunale di Roma, falsificati alla perfezione, hanno portato all’ identificazione dei sei responsabili, ora sotto inchiesta.  

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