Un appello alle associazioni ambientaliste e a tutti i cittadini di Foligno per la salvaguardia dei monumenti funerari della frazione di Fiamenga. A lanciare l’allarme sono nuovamente i residenti di quella zona che, dopo l’appello degli scorsi anni, vogliono tornare a farsi sentire. La motivazione è semplice. A giugno, il Tar dell’Umbra si dovrà pronunciare sul ricorso da parte del soggetto che a pochi passi dai reperti storici vuole costruire un distributore di benzina e che ha impugnato i dinieghi di Comune e Soprintendenza. Dopo l’udienza di fine gennaio, i giudici amministrativi regionali hanno rinviato tutto alla prossima estate. Qualora il committente dei lavori per la stazione di servizio dovesse aver ragione, i lavori per la realizzazione dell’opera potrebbero così ripartire. Un’ipotesi che proprio non piace a tutti coloro che in questi mesi si sono battuti per la salvaguardia non solo dei monumenti funerari a pochi passi dalla Strada statale 316, ma anche di tutti gli altri reperti venuti alla luce dopo gli scavi degli archeologi della Soprintendenza. Tra le scoperte, delle strutture murarie pertinenti ad una strada, probabilmente l’antica Flaminia, insieme ad una tomba a fossa di età imperiale. Ma probabilmente quell’area potrebbe far riaffiorare altri reperti, sempre che sopra non vengano gettate delle colate di cemento. Ed è per questo che ora i residenti di quell’area vogliono l’aiuto di tutti: “Attraverso la nostra pagina Facebook – spiegano – abbiamo allertato Il Fondo ambiente italiano, Italia Nostra e Legambiente, chiedendo a loro e a tutti coloro che hanno a cuore la nostra storia, di darci una mano”. IL FUMETTO – Qualcosa negli ultimi mesi sembra si sia mosso. La vicenda ha toccato la sensibilità anche di alcuni artisti. E’ il caso di Jessica Antonini, che ha realizzato un’illustrazione del monumento funerario, ripercorrendo la sua storia. La prima immagine proietta l’opera indietro nel tempo e più precisamente al 10 d.C., immaginando il monumento all’epoca dei romani; la seconda vignetta invece riporta le lancette ai giorni nostri. Nell’ultima scenetta invece, Jessica Antonini immagina il monumento nel 2020 con accanto il distributore: l’opera è completamente annerita dallo smog delle auto. Filo conduttore, un bambino che osserva il monumento in tutti e tre i periodi storici.