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Bevagna, morìa di pesci lungo il Timia Teverone: intervento di Arpa e Noe

Pubblicato il 27 Luglio 2017 14:39 - Modificato il 5 Settembre 2023 16:58

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“Stiamo lavorando d’accordo con l’Arpa e il Comitato per la difesa dell’acqua e dell’aria per installare delle centraline che consentano il monitoraggio del fiume Timia Teverone”. Commenta così il sindaco di Bevagna, Annarita Falsacappa, a 24 ore dalla morìa di pesci che ha interessato il corso d’acqua che bagna la città delle Gaite. Mercoledì mattina, infatti, alcuni cittadini hanno segnalato il fenomeno, facendo scattare immediatamente l’allarme. A raccontare l’accaduto è oggi Girolamo Barbini, tra i primi a raggiungere il tratto di fiume insieme a Giovanni Borsini. Accertato quanto stava avvenendo, è partita la chiamata all’Arpa, ma non solo. Ad intervenire anche Asl, polizia municipale e gli uomini del Nucleo operativo ecologico di Perugia. Una volta sul posto, sono stati prelevati dei campioni attraverso i quali verrà chiarito il motivo che ha portato alla morte dei numerosi esemplari di cavedano. “Il Timia Teverone – spiega infatti Girolamo Barbini – è censito nella Rete Natura 2000 dell’Unione Europea per la riproduzione di questa specie di pesce. Una rete – prosegue  – nata per la conservazione della biodiversità”. Un luogo di interesse naturalistico, dunque, che sia i cittadini che le istituzioni vogliono assolutamente preservare. “Appena segnalata la notizia – spiega il sindaco Falsacappa – abbiamo allertato l’Arpa e ho immediatamente presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Spoleto. Quello che è accaduto è un fatto grave” prosegue il primo cittadino, che ha denunciato – così come fatto anche da Girolamo Barbini – la presenza di odori nauseabondi, dovuti allo stato di decomposizione dei pesci. Le carcasse dei cavedani, infatti, a distanza di 24 ore si trovano ancora sul tratto di fiume che costeggia la città delle Gaite, complice anche lo stato di secca. “Siamo di fronte ad un problema annoso – prosegue il primo cittadino – che va assolutamente risolto. Come amministrazione comunale ci stiamo muovendo lungo questa strada, facendo presente la situazione anche alla Regione, a cominciare dall’assessore alle politiche agricole e ambientali, Fernanda Cecchini”. Intanto si fanno strada due teorie. Una che vuole tra le cause della morìa dei cavedani il solito problema dell’inquinamento, dovuto ad un errato smaltimento delle acque reflue. L’altra, invece, che sostiene che questa volta la colpa sia da imputare alla bomba d’acqua caduta sul territorio negli scorsi giorni, talmente forte da aver provocato l’asfissia dei pesci.

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