“Ti chiediamo scusa, perché non abbiamo saputo dare ai tuoi nipoti le stesse certezze che tu hai dato a noi”. E’ probabilmente questo uno dei passaggi più significativi dell’ultimo saluto che Foligno ha voluto riservare al suo “gigante” Ariodante. A pronunciare le commoventi parole è Carlo Cambi, uno degli amici di sempre della famiglia Picuti, al quale è stato affidato il compito di ricordare l’avvocato. “Ariodante era un uomo del popolo e ogni cosa l’ha fatta per il bene della collettività – ha sottolineato Carlo Cambi –, dalla Quintana alla politica”. Una vita dedicata all’avvocatura, ma anche all’amministrazione della “res publica” con alto spirito di servizio, che lo ha contraddistinto sia come sindaco di Nocera Umbra che come vicepresidente dell’assemblea legislativa regionale. Giovedì pomeriggio c’erano tutti. Dai sindaci del territorio ai gonfaloni delle varie istituzioni: Regione Umbria, Comune di Nocera Umbra e quello della Quintana. Non l’attuale, ma quello di color rosso che contraddistinse proprio il governo di Picuti a palazzo Candiotti. In mezzo agli alfieri dei vari rioni c’era anche Domenico Metelli, l’attuale presidente dell’Ente, che ha anticipato il suo rientro da New York. Per l’ultimo saluto all’avvocato Picuti si sono presentati tantissimi suoi colleghi, ma anche le massime istituzioni politiche regionali come Luca Barberini e Donatella Porzi, unitamente al procuratore Fausto Cardella. “Sono stato uno dei suoi tanti allievi – ha detto indossando la toga l’avvocato Aurelio Pugliese, che ha parlato a nome dei colleghi dell’Ordine perugino -. E’ difficile commemorare colui che è stato un maestro per tutti noi – ha proseguito – così come è difficile raccontare un gigante, nonché impareggiabile oratore, che aveva il vizio di arringare anche nel sonno”. Per gli avvocati dell’Ordine di Spoleto a prendere la parola è stata Donatella Tesei, che ha ricordato come Picuti “ha sempre puntato sull’unione dei vari territori, credendo fortemente sul grande valore della nostra regione”. In una pro-cattedrale di Sant’Agostino gremita, a celebrare le esequie è stato don Giuseppe Bertini, che ha posto l’accento sull’esemplarità che Ariodante Picuti ha mostrato “nell’esercizio dell’autorità al servizio del bene comune” e come tenesse molto all’importanza dell’educazione familiare come scuola di vita. Poi, all’uscita della bara, la comunità ha voluto dedicare un ultimo applauso al suo ultimo, vero, gigante.