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Spoleto, dopo il sisma ancora chiuse 435 chiese. L’Archidiocesi stanzia 3,5 milioni di euro

Pubblicato il 18 Ottobre 2017 14:02 - Modificato il 5 Settembre 2023 16:38

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A Spoleto il totale delle chiese chiuse al culto all’indomani del terremoto dello scorso anno è di 435. Di queste 228 sono completamente inagibili, 93 agibili con provvedimenti e 21 parzialmente, e ulteriori 4 inagibili per cause esterne. Chiese che, dopo le abitazioni, rappresentano un punto di riferimento e di ritrovo per i cittadini del posto. Ora, dopo 12 mesi da quel nefasto giorno, arriva una buona notizia per i fedeli della Diocesi di Spoleto-Norcia. L’istituzione religiosa al capo della quale c’è monsignor Renato Boccardo, infatti, metterà a disposizione poco meno di 3 milioni e 500 mila euro per la messa in sicurezza definitiva di 16 chiese di quel territorio compreso tra Norcia e Cascia, ma anche di Spoleto e aree limitrofe, che non hanno riportato danni particolarmente gravi. I progetti per il ripristino delle chiese in questione, sono stati infatti presentati alla Regione, e a breve partiranno anche le gare di appalto. Ma non è tutto. Sarà a cura del Mibact, per un importo di 19 milioni e 500 mila euro, il recupero delle 15 chiese che hanno riportato danni decisamente più gravi, 14 ricadenti nell’Archidiocesi Spoleto-Norcia e una in quella di Foligno, e di ulteriori 33 milioni di euro per altre quattro strutture religiose tra cui la Basilica di San Benedetto “diventata il simbolo in tutto il mondo del terremoto dello scorso anno”, ha voluto puntualizzare monsignor Boccardo. Decisamente più problematico, invece, sarà il recupero dell’abbazia di Sant’Eutizio a Preci, dove “la montagna continua a muoversi – ha spiegato l’arcivescovo – per il momento si potrà intervenire per la messa in sicurezza della parte absidale, non interessata dal crollo della montagna”. E qui l’impegno di spesa sarà di poco inferiore a 300mila euro. Ma il presule ha voluto ancora una volta lanciare un messaggio a chi di dovere. “Bisogna dare risposte efficaci e veloci alle persone. Facilitando al massimo le procedure. Sono state fatte tante cose, ma grandi passi non sono stati fatti. La priorità è la vita della gente, lasciando da parte tutto il resto, campagne elettorali comprese”. Parole chiare e inequivocabili quelle del vescovo di Spoleto-Norcia, e da qualche giorno anche presidente della Conferenza Episcopale Umbra, Renato Boccardo, non c’è che dire. E non poteva mancare la commemorazione di un anniversario che ha segnato in maniera indelebile la vita dei cittadini della Valnerina, e non solo. Un momento di preghiera collettiva di fronte alla Basilica di San Benedetto ricorderà infatti, alle 7.41 del 30 ottobre, il terremoto che proprio a quell’ora di un anno fa colpì Norcia e la Valnerina. Anche se questa non sarà l’unica iniziativa che l’Archidiocesi di Spoleto-Norcia ha voluto organizzare per ricordare una tragedia che, è vero, non ha fatto vittime, ma che ha cambiato per sempre la vita della popolazione locale. Il 26 ottobre, infatti, giorno di un anno fa in cui si verificò un’altra forte scossa, Cascia sarà scenario di una fiaccolata che alle 21 partirà dalla Basilica di Santa Rita per arrivare al Centro di Comunità “Santa Maria della Visitazione”. Il 27, invece, questa volta alla Centro di Comunità “Madonna delle Grazie”, è in programma una tavola rotonda dal titolo “Norcia e l’Addolorata. Un cammino che continua”, il 28 a Preci si svolgerà un’altra fiaccolata da Piedivalle all’Abbazia di Sant’Eutizio, e il 29 si svolgerà una celebrazione eucaristica che sarà officiata dal cardinale Pietro Parolin. Poi la mattina del 30, quando alle 7,41 i fedeli si ritroveranno nella piazza antistante la chiesa sulla quale sono in corso gli interventi di consolidamento e recupero per un momento di preghiera con l’arcivescovo di Spoleto-Norcia, monsignor Renato Boccardo. Lavori di recupero per i quali, tra l’altro, il Ministero per i Beni culturali e Unione e europea hanno già stanziato circa 10 milioni di euro (anche se questa è solo una prima tranche). E rispetto a come poter ricostruire la chiesa di San Benedetto, così come le altre ovviamente, un’idea il presule ce l’ha chiara. “Ricostruire come prima significherebbe fare un vero/falso – sono le parole del presule – la mia idea sarebbe invece quella di collegare i pezzi rimasti con quelli dei giorni nostri. Ricostruire insomma qualcosa di nuovo ma anche bello. Un motivo in più per visitare Norcia E per fare questo, a mio avviso, occorrerebbe coinvolgere tutti i più grandi architetti per sviluppare un concorso di idee”. 

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