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Il passato e il presente di Foligno in 52 scatti: così il Comune celebra i vent’anni del sisma

Pubblicato il 11 Gennaio 2018 16:05

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Foligno com’era. Foligno com’è. Una riflessione per immagini di come è cambiata la città della Quintana negli anni: da quel lontano 1997, quando il terremoto la mise in ginocchio, al recentissimo 2017, anno in cui l’intera comunità si è ritrovata per celebrare il ventennale del sisma. E’ quella voluta dall’amministrazione Mismetti che, all’interno del proprio portale, ha ripercorso, attraverso 52 scatti, gli ultimi vent’anni. Collegandosi al sito istituzionale del Comune di Foligno (www.comune.foligno.pg.it) e scorrendo la pagina verso il basso è infatti possibile ammirare la Foligno di ieri e confrontarla con quella che cittadini e turisti si ritrovano davanti agli occhi quotidianamente. Dal palazzo comunale con il suo Torrino – gravemente danneggiato dal sisma del ’97 – alla cattedrale, dalla biblioteca comunale al Ciac, dall’ex ospedale psichiatrico che ora ospita il centro studi “Città di Foligno” ai portici delle Conce. Ed ancora il chiostro di San Giacomo, oggi sede della Caritas, l’ex chiesa della Santissima Annunziata e l’Eremo di Santa Maria Giacobbe, passando per le principali piazze cittadine come piazza San Francesco e piazza Garibaldi, alle più nascoste come piazzetta Piermarini. E fino ad arrivare ai più piccoli vicoli come via Arti e Mestieri e via del Liceo. Senza dimenticare quelle più grandi, come via Gramsci, oggi tornata a vivere grazie ai tanti locali che sono stati via via aperti nel corso del tempo ed invidiata da tante altre città dell’Umbria e non solo. A chiudere la gallery, invece, alcune delle frazioni che sorgono sulla montagna folignate, come Colfiorito e Pisenti, e la cupola del Centro regionale di protezione civile, punto di riferimento di tutta l’Umbria. Una carrellata di immagini, insomma, capaci di ridestare la nostalgia dei più grandi ma anche di far scoprire ai più giovani com’era la loro città, quando erano ancora troppo piccoli per coglierne ogni aspetto o addirittura non ancora nati. Insomma, un bel modo per l’amministrazione di ricongiungere il passato con il presente, prima di mettere un punto al capitolo ricostruzione e guardare al futuro. 

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