La piaga del gioco d’azzardo colpisce anche i più giovani. La conferma arriva dal rapporto epidemiologico 2018 realizzato dall’Osservatorio regionale delle dipendenze dell’Umbria. Se in passato, infatti, il gioco interessava principalmente la fascia adulta della popolazione, negli ultimi tempi si è registrato un incremento tra i più giovani. I dati nel Cuore verde d’Italia parlano, su questo fronte, di un 41,4 per cento di giovani tra i 15 e i 19 anni che hanno giocato soldi nel 2016, contro una media nazionale del 40,1 per cento, con una prevalente componente maschile del 50,8 per cento rispetto a quella femminile che si è attestata sul 31,2 per cento. Si tratta della seconda prevalenza di consumo più diffusa tra i giovani dopo l’alcol all’80,5 per cento e prima della cannabis (28 per cento) e del tabacco (25 per cento). La fascia più colpita è quella dei 19 anni con un 47 per cento. Tra gli studenti umbri, poi, il 7 per cento risulta avere un comportamento problematico, mentre il 10 per cento è a rischio. Giovani a parte, il fenomeno del gioco d’azzardo vede oggi, in Umbria, ben 10mila utenti a rischio, con la fascia più colpita che si attesta tra i 45 e i 54 anni. Si tratta anche in questo caso per lo più di uomini, con la popolazione femminile però in costante crescita. Nel 2017, poi, gli utenti in tutta la regione sono stati complessivamente 301, rispetto ai 189 del 2013, con un incremento del 59 per cento. Ottantadue gli utenti in trattamento nel distretto di Foligno e solo 8 tra quello di Spoleto e della Valnerina. A fare il quadro della situazione è stata, in occasione dell’inaugurazione della mostra itinerante “Azzardo: non chiamiamolo gioco”, la psicologa psicoterapeuta del Dipartimento dipendenze Foligno dell’Usl Umbria 2, Lucia Coco. “Siamo di fronte a numeri che destano preoccupazione e che ci devono far riflettere” ha detto, sottolineando come ad accedere al servizio fornito dall’Usl Umbria 2 siano sempre più giovani. “Questo – ha proseguito Lucia Coco – ci ha spinto a lavorare insieme alle comunità innanzitutto in un’ottica di cambiamento culturale”. Si è così creato un gruppo di lavoro interistituzionale con associazioni ed enti che operano sul territorio folignate, compresa la Caritas che da martedì 8 a domenica 27 maggio ospiterà le 60 vignette realizzate dal 36 artisti nazionali che compongono la mostra itinerante sul gioco d’azzardo promossa dalla Fondazione Exodus e patrocinata dal Senato della Repubblica. “L’obiettivo di questa mostra – ha detto a questo proposito Coco – è di dare una lettura del gioco d’azzardo graffiante e satirica. Vogliamo ridere del gioco d’azzardo per seppellirlo con una risata. Tutto quello che si sta facendo per dire ‘no’ al gioco d’azzardo in Umbria – conclude Coco – è anche grazie all’impegno delle politiche della Regione in materia”. “Si tratta di un fenomeno che è una vera e propria emergenza sociale – le ha fatto eco la vicedirettrice della Caritas diocesana di Foligno, Patrizia Ciarma – e che ci interessa anche come Ufficio pastorale. E’ un problema trasversale che tocca diverse realtà, sia per fascia sociale che per età. E i nostri centri d’ascolto – ha aggiunto – molto spesso intercettando queste persone che arrivano con richieste che nascondono il vero problema, celandolo magari dietro la richiesta di aiuti per pagare le bollette o l’affitto di casa. Poi, però, indagando emerge il bisogno primario. Erroneamente lo definiamo gioco, ma gioco non è. E’ una patologia seria, che rovina il singolo individuo ma anche la sua famiglia”.
In Umbria quasi un giovane su due ha provato il gioco d’azzardo
Pubblicato il 8 Maggio 2018 13:46
La mostra itinerante "Azzardo: non chiamiamolo gioco"
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