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La robotica contro la sclerosi multipla, Zampolini: “L’esoscheletro un valore aggiunto”

Pubblicato il 18 Giugno 2018 16:36

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“L’uso della robotica in medicina e di strumenti come l’esoscheletro sono un valore in più per la presa in carico del paziente e della sua riabilitazione”. Lo ha detto il direttore del dipartimento di riabilitazione dell’Usl Umbria 2, Mauro Zampolini, intervenendo al convegno “Riabilitazione, riabilitazione tecnologica di ben-essere nella sclerosi multipla” promosso dalla Fondazione Cassa di risparmio di Foligno insieme all’Aism, che si è tenuto lo scorso venerdì nell’ex chiesa della Santissima Trinità di via Garibaldi. Prendendo la parola, Zampolini ha inoltre annunciato come “a breve arriveranno nuovi strumenti” oltre a sottolineare l’importanza del lavoro in team. Ma l’incontro di venerdì è stato anche l’occasione per la Fondazione Carifol di ribadire il proprio sostegno a favore dell’Aism, rappresentata a Foligno da Annita Rondoni, anche consigliere nazionale dell’associazione. “L’Italia è un Paese che non include – ha dichiarato il presidente Gaudenzio Bartolini – mentre i portatori di sclerosi multipla devono avere il diritto di inclusione e, per questo – ha sottolineato – la Fondazione è stata e sarà sempre al loro fianco, perchè – ha concluso – certe cose sono dovute”. A prendere la parola sono stati, quindi, Silvano Baratta, Marica Riommi e Beatrice Piermarini, che operano nel centro di riabilitazione di Trevi. “Grazie alla donazione dell’esoscheletro da parte della Fondazione Carifol – ha detto Baratta – da due anni il nostro centro può contare su una tecnologia avanzata capace di ridurre, se non addirittura annullare, la disabilità causata da una cronicità dovuta ad ictus o anche a sclerosi multipla e, comunque, a tutte le patologie derivanti dall’avanzamento dell’età”. “Attualmente – gli ha fatto eco Marica Riommi – abbiamo sette pazienti in cura riabilitativa tramite esoscheletro. Il grande vantaggio di questo strumento sta nell’avere la possibilità di sviluppare con loro un cammino in posizione eretta e di vedere subito i risultati con il recupero di importanti valori di locomozione autonoma”. A chiudere il cerchio la fisioterapista Beatrice Piermarini, che ha ricordato gli ottimi risultati ottenuti con l’esoscheletro “nella cura di lesioni midollari, ictus, traumi cranici e anche sclerosi multipla grazie alla ripetitività del gesto”.

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