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Quintana, la bellezza del corteo storico con qualche “inciampo” – GALLERY

Pubblicato il 16 Settembre 2018 10:11 - Modificato il 5 Settembre 2023 15:40

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È stato ancora una volta il pubblico delle grandi occasioni ad accogliere lungo le vie e le piazze di Foligno il corteo delle rappresentanze rionali della Quintana. La sfilata che, come da tradizione, anticipa la consueta Giostra – sia essa della Sfida o della Rivincita, come in questo caso – ha richiamato, vuoi per curiosità vuoi per passione, non solo il fedelissimo popolo della Quintana ma anche tantissimi cittadini e persone arrivate da fuori. C’è stato chi, incuriosito dalla Quintana, ha deciso di trascorrere a Foligno il proprio sabato sera insieme agli amici e chi ci ha portato la famiglia, con figli piccoli al seguito, e che questo pomeriggio replicherà al Campo de li Giochi, perché la Quintana è bella e va vista, anche più di una volta nella vita. Possibilmente sempre, ogni anno, sia a giugno che a settembre, perché la spettacolarità dei binomi in pista è un qualcosa che non si può raccontare, ma solo vivere. Il silenzio assoluto che scende sul campo ad ogni giro di Giostra, la tensione che si avverte nell’aria ma anche la speranza di veder trionfare il proprio cavaliere. Sensazioni uniche. Così come la foggia degli abiti barocchi indossati da dame e nobili, che lasciano senza parole, l’originalità delle allegorie che – piacciano o non piacciano – impegnano e tanto comunque i singoli rioni per diversi mesi dell’anno. 

Insomma, la Quintana è un appuntamento imperdibile e dovrebbe esserlo tassativamente nell’agenda di ogni umbro, probabilmente anche di ogni italiano o straniero. Purchè, però, si riappropri un po’ di quella fierezza nel portamento e nello sguardo che nel corso degli ultimi tempi i sempre più numerosi figuranti, che sfilano in corteo, hanno perso. Non tutti, ovviamente. Ma più di qualcuno, sì. Troppe chiacchiere, troppe risate. Forse troppa poca attenzione al personaggio interpretato e rappresentato. 

E poi qualche piccolo incidente di percorso, come quello che si è verificato in piazza San Domenico, dove lo scoppio di fuochi d’artificio ha fatto imbizzarrire alcuni cavalli, costringendo i figuranti del comitato centrale ad uno stop forzato, impedendone il passaggio in alcune delle vie successive e facendolo ricongiungere al resto del corteo solo poco prima dell’arrivo in piazza della Repubblica. 

Ed è proprio con le scuse per quanto accaduto che si è aperto l’intervento del presidente dell’Ente Giostra, Domenico Metelli. “La Quintana è speciale. Serve alla città, all’Umbria e all’intera Nazione” ha però rimarcato a gran voce salutando il popolo dei dieci rioni, il vescovo di Foligno, monsignor Gualtiero Sigismondi, intervenuto per la consueta benedizione, e il sindaco Nando Mismetti alla sua ultima sfilata da primo cittadino. 

“C’è una parola che reputo magica all’interno del bando di Giostra scritto dall’avvocato Giuseppe Mancini – ha detto, prendendo la parola Mismetti -. Quella parola è ‘concordia’ e il mio augurio al popolo della Quintana è che affronti le sfide future con lo stesso rispetto e la stessa solidarietà avuti nel passato”. 

“La concordia – gli ha fatto eco monsignor Gualtiero Sigismondi – è il presupposto del bene comune. La Quintana è una forma di laicità popolare e il tessuto sociale è vivo quando manifestazioni come questa favoriscono la concordia”. 

Conclusi i saluti istituzionali, spazio al “duello” tra amore e potere, seguito dall’ingresso in piazza dei dieci binomi, il loro arruolamento, la benedizione, l’estrazione dell’ordine di partenza e per finire la come sempre emozionante lettura del bando da parte di Claudio Pesaresi.

 

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