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Foligno ricorda la fuga dalle Casermette di Colfiorito: “Vigiliamo affinché il passato non torni”

Pubblicato il 19 Settembre 2018 15:07 - Modificato il 5 Settembre 2023 15:39

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Era il 22 settembre del 1943 quando 1200 prigionieri del campo di concentramento delle Casermette di Colfiorito riuscirono a fuggire. La colpa di questi internati, jugoslavi prevalentemente di Montenegro, era quella di essersi opposti all'occupazione italiana delle loro terre. A distanza di 75 anni, la Jugocoord Onlus sceglie di ricordare quella fuga con una giornata ricca di appuntamenti. Organizzato dal Coordinamento Nazionale per la Jugoslavia e patrocinato dalla Regione Umbria e dal Comune di Foligno, 'La fuga dalle Casermette' celebrerà l'anniversario dalla grande fuga. “Foligno ha il dovere di accogliere questa iniziativa per farne un momento di riflessione pubblica – ha dichiarato durante la conferenza stampa di stamattina il dirigente dell'Area Sviluppo Economico, Ezio Palini – una riflessione importante, per un'area che oggi ospita varie attività commerciali, museali e di servizi”. Lo sguardo però non è rivolto solo al passato e al suo recupero, bensì al presente ed a un futuro che continua a far paura: “Questo è un tema di grande attualità – ha dichiarato Palini - oggi purtroppo molte strutture di questo tipo sono funzionanti e questo dovrebbe far riflettere. Ci sono campi di confino, di detenzione e moltissime persone che scappano. Questa iniziativa dovrebbe quindi aiutarci ad evitare il perpetuarsi di tali situazioni”. La giornata inizierà alle 9.30 con la presentazione del programma a cura del presidente Jugocoord, Ivan Pavičevac, e con gli interventi di ben cinque sindaci. Tra questi, ci sarà anche Massimo Tiberini, sindaco di Casoli (CH), “dove era presente un'analoga struttura di internamento durante la Seconda Guerra Mondiale”, ha spiegato il responsabile di Jugocoord, Andrea Martocchia. Alle 11.10 si darà voce ai testimoni degli eventi: Giorgio Vitali, ex postino di Taverne, e Raniero Seri, parroco di Serravalle e Dignano. Sarà la volta poi di storici ed esperti di politica della memoria, che animeranno il convegno scientifico 'Le Casermette nel sistema concentrazionario fascista'. Un secondo convegno, 'I prigionieri delle Casermette dalla prigionia alla Resistenza', tratterà del ruolo dei prigionieri scappati il 22 settembre del '43 “che si riconoscevano nel più generale movimento di resistenza jugoslavo e che poi si unirono al movimento di Resistenza italiana – ha spiegato Andrea Martocchia. Questo secondo convegno inizierà alle 14.50, non prima quindi di una pausa pranzo curata dalla “Botteguccia del Campo 64”. Alle 15.20 alcuni esponenti antifascisti del territorio nazionale si riuniranno attorno alla tavola rotonda 'Ricordare e onorare gli antifascisti reclusi nelle “Casermette”'. Dopo un'introduzione di Martocchia, parteciperà l'assessore delegato alle Iniziative per la pace e la memoria, Maura Franquillo, il dirigente Area Sviluppo Economico Ezio Palini e le rappresentanze ANPPIA, ANPI, ANED istituzioni e altre realtà antifasciste. “La risposta al nostro invito è stata generalmente positiva - ha dichiarato Martocchia - tranne per un rifiuto che – ci ha anticipato – sarà oggetto di riflessione”. Non mancherà poi il momento artistico, con la rappresentazione teatrale “Drug Gojko”, in cui l'attore Pietro Benedetti porterà in scena le vicende di Nello Marignoli, partigiano italiano in Jugoslavia. Insomma, un'iniziativa volta alla valorizzazione storica dell'area, come il progetto di destinare un'altra casermetta a centro di documentazione, su cui il consigliere comunale delegato per il Parco di Colfiorito, Paolo Gubbini ha dichiarato: “ci si sta lavorando”. Sentito il commento del vicesindaco Rita Barbetti: “Il passato spesso ritorna e noi dobbiamo fare memoria. In Italia e in Europa si stanno verificando fatti allarmanti, i rigurgiti di fascismo sono sempre in agguato. Dobbiamo vigilare. Siamo rimasti in pochi, quindi dobbiamo alzare la voce”.

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