Rasiglia non finisce di stupire. Sì, perché il borgo incantato, che con i suoi ruscelli che scorrono tra le strade ha letteralmente stravolto la montagna, accogliendo migliaia e migliaia di turisti, ora si ritrova in casa un’altra straordinaria scoperta. Scoperta rimasta nell’oblio per decenni e che ora, grazie alla lungimiranza di un cittadino volontario, è tornata alla luce più splendente che mai. Da qualche settimana, dal lato che dà verso la strada del santuario della Madonna delle Grazie, è possibile vedere sul muro che si affaccia nel campo sottostante un maestoso leone scolpito nella roccia. La scultura in pietra sponga è stata realizzata nel 1956 da don Pietro Corradi, sacerdote che per più di cinquant’anni ha predicato all’interno del santuario. Ma il maestoso volto del leone non è l’unica opera del “prete scultore”. Anche le colonne del porticato della Madonna delle Grazie furono realizzate da don Pietro, insieme ad una madonnina che si trova all’interno della chiesa e a un’ulteriore scultura, si presume un’aquila, che purtroppo è andata persa negli anni. La storia del leone di Rasiglia è quantomeno singolare, perché tutti gli anziani del paese ricordavano quel simbolo di protezione così grande che sovrastava il campo. Negli anni però, la vegetazione e i rovi avevano totalmente ricoperto la scultura, nascondendola agli occhi di tutti. Solo la buona volontà di un cittadino devoto alla Madonna delle Grazie, ha riportato alla luce il meraviglioso leone, con un’ulteriore scoperta che potrebbe portare a Rasiglia ancora più visitatori e fedeli. “Sono ormai più di cinque anni – racconta Gelsomino Biancalana, operaio della Comunità montana che ha ritrovato il leone – che volontariamente mi dedico alla pulizia del santuario. Iniziai con il bosco sottostante e il parco vicino la chiesa. Quando un po’ di settimane fa cominciai a dedicarmi alla parte che si affacciava sul campo, mi sono dovuto imbragare addirittura con una corda alla balaustra della chiesa. C’era uno spessore di rovi e spine quasi di un metro – prosegue nel racconto Biancalana – ma più tagliavo e rovistavo e più il viso del leone usciva fuori: a fine lavoro vedere quel simbolo che mi veniva raccontato dai miei nonni ancora splendente è stata un’emozione unica. Inoltre proprio vicino il volto del leone ho scoperto anche una piccola grotta e cavità nella roccia, sarebbe proprio bello valorizzare tutta questa zona facendola diventare un passaggio per i fedeli”. Il sogno di Gelsomino Biancalana è stato quasi subito preso in considerazione dal vescovo di Foligno monsignor Gualtiero Sigismondi che, saputo della scoperta, si è recato personalmente alla Madonna delle Grazie, ventilando l’ipotesi di poter sistemare all’interno della grotta una statua della Madonna. Siamo certi che un luogo così carico di significati come il santuario della Madonna delle Grazie possa ricominciare ad essere luogo di culto per tantissimi fedeli, anche grazie al risveglio del leone di don Pietro.