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Scacchi dietro le sbarre: per la prima volta in Italia il carcere di Spoleto ospita un torneo ufficiale

Pubblicato il 13 Dicembre 2018 16:53

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Per vincere, il rispetto delle regole è fondamentale. Un vero e proprio ossimoro per chi nella sua vita le regole le ha infrante, pagando con il carcere gli sbagli. Ma la possibilità di rialzarsi c’è, soprattutto se si comprende che dopo una “mossa” non si torna più indietro, nella vita come negli scacchi. Ed è proprio dalla scacchiera che, a Spoleto, è ripartita la vita di sei detenuti del carcere di massima sicurezza di Maiano. Per la prima volta in Italia, una casa di reclusione sta ospitando un torneo omologato dalla Federazione scacchistica internazionale a “tempo lungo”, valido per le variazioni del rating mondiale. Pionieri di questo evento che si svolgerà fino al 15 dicembre, sono proprio sei detenuti di Maiano ed altri sette scacchisti esterni arrivati da tutta Umbria. Anima del torneo è Mirko Trasciatti, tecnico Coni e istruttore Fide, che dal giugno 2015 collabora con la casa circondariale spoletina, insegnando ed allenando i detenuti al gioco degli scacchi. Dopo alcune competizioni minori nel 2016 ed il 2017, i sei scacchisti-detenuti si sono quindi messi in gioco in un torneo capace di potergli garantire punti utili a scalare le classifiche internazionali e farli accedere alle categorie superiori. Giovedì mattina, in occasione della prima mossa, erano presenti anche il presidente del Coni Umbria Domenico Ignozza, l’assessore spoletino Maria Rita Zengoni e Valeria Natali, responsabile del progetto sport in carcere del Coni Umbria. “I detenuti si sono talmente appassionati a questo sport, che tutti i pomeriggi si allenano nelle sale ludiche con l’obiettivo di migliorarsi – racconta Mirko Trasciatti -. Inoltre, di loro spontanea volontà, ci hanno chiesto la possibilità di acquistare libri e materiale vario per approfondire le strategie e le mosse degli scacchi”. Il progetto porterà i detenuti di Spoleto ad effettuare, nei prossimi mesi, anche una partita in diretta con il carcere di Chicago. “Con lo sport – racconta il presidente Ignozza – si possono raggiungere mete altrimenti impossibili da ottenere. Voi – prosegue il presidente rivolgendosi ai detenuti – ne siete la dimostrazione ”. Insomma, quella che offrono gli scacchi è una vera e propria lezione di vita. Dopo una mossa non si può tornare più indietro. Una metafora che aiuta i reclusi a ragionare su quelli che sono stati i loro errori. Riflettere prima di agire: un insegnamento compreso solamente una volta dietro le sbarre, ma che ora qualcuno è pronto a tenerlo bene a mente. Tra gli scacchisti di Maiano c’è infatti chi è vicino ad uscire di prigione ed ha già chiesto dove poter continuare a giocare una volta fuori. Un proposito che profuma di scacco matto.

Fabio Luccioli
Fabio Luccioli
Direttore di Radio Gente Umbra e Gazzetta di Foligno

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