Il primo è stato il Rione Badia del priore Raoul Baldaccini, che aveva deciso di festeggiare una vittoria attesa da anni con uno tra i gesti più nobili: donare il sangue. Una donazione di gruppo che di fatto ha dato il là a tante altre
esperienze simili, che hanno visto scendere in campo lo stesso Ente Giostra, ma anche l’associazione Innamorati del centro e la rivista Chiaroscuro, solo per menzionarne alcuni. Fino ad arrivare agli scorsi giorni quando, alla porta del centro immunotrasfusionale del San Giovanni Battista di Foligno a bussare sono stati gli atleti del Foligno Triathlon Winner per una nuova donazione di gruppo. L’ennesima manifestazione di altruismo, a cui ha fatto da sfondo l’ospedale folignate, che fa ben sperare la sezione cittadina dell’Avis, anche se – come ribadito pure in questa occasione dal presidente Emanuele Frasconi – “c’è sempre molto da fare”.
Sì, perché l’obiettivo ultimo è quello di raggiungere l’autosufficienza in termini di donazioni, ma perché ciò avvenga è necessario che si sensibilizzi sempre di più la comunità di riferimento. In questo caso quella folignate, che negli anni però ha sempre rappresentato una sorta di fiore all’occhiello rispetto al resto dei Comuni umbri, anche se qualche momento di buio, sotto questo punto di vista, l’ha vissuto anche la città della Quintana.
Guardando al 2019, l’inizio – come dichiarato Emanuele Frasconi – “è stato con il freno a mano tirato”. I dati parlano di una leggerissima flessione rispetto al 2018: rispetto alle 624 donazioni avute nei primi due mesi del 2018, quest’anno nello stesso periodo se ne sono registrate 620, pari cioè allo 0,64 per cento. In calo anche le plasmaferesi, ossia le donazioni di plasma, passate da 49 a 34, sempre prendendo in esame il primo bimestre e sempre comparando gli ultimi due anni. Ed è proprio su quest’ultima tipologia di donazione, ossia quella di plasma, che l’Avis nazionale ha incentrato la sua nuova campagna di comunicazione e sensibilizzazione.
Dal claim “Quest’anno va di moda il giallo”, l’invito è a farsi avanti per donare plasma. “Lavoriamo per sopperire a questa mancanza – ha commentato il presidente Frasconi – pur mantenendo alta l’attenzione sulle donazioni di di sangue”. Ma perché è così importante donare plasma? “Perchè – spiega il presidente di via dei Molanti – il 99 per cento dei medicinali è fatto con il plasma. Diversamente da quanto avviene con le donazioni classiche – ha proseguito – nel caso del plasma il sangue viene prelevato e centrifugato, viene estratta la parte liquida e il resto viene rimesso in circolo. Insomma, possiamo dire che al donatore non viene tolto nulla, anche perché il plasma nel giro di 15 giorni si rigenera”. E la speranza, come sempre, è quella di attirare sempre più giovani.
Intanto qualche rassicurazione arriva sul fronte nuove iscritti, già una quarantina quelli registrati, mentre nuovi gruppi si preparano a donazioni collettive. Le premesse per fare bene in questo 2019, dunque, ci sono tutte.