Che si tratti di anoressia o bulimia nervosa o di alimentazione incontrollata, il fenomeno dei disturbi del comportamento alimentare è sempre più diffuso in Italia.
In Umbria i casi registrati sono circa 10mila, di cui il 3 per cento relativo all’anoressia, mentre sono più di cinque su 100 i casi di bulimia. Il fenomeno è in aumento in età pediatrica ed adolescenziale. A preoccupare è soprattutto l’abbassamento dell’età media, con l’anoressia che interessa anche bambini a partire dagli 8 anni. Mentre per quanto riguarda l’obesità in età pediatrica, in Umbria il problema riguarda il 20 per cento dei bambini di età compresa tra 7 e 16 anni. Tra i giovani, inoltre, i disturbi del comportamento alimentare rappresentano la seconda causa di mortalità dopo gli incidenti stradali.
Il tema dei disturbi del comportamento alimentare è stato affrontato a Foligno nel corso del convegno “L’anima ha bisogno di un luogo. Prevenire, conoscere, curare”, promosso da Assofarm, la rete di farmacie comunali del Cuore verde d’Italia. Prima tappa, come detto, la città della Quintana, a cui faranno seguito – nelle prossime settimane altri dodici incontri dislocati in altrettante città dell’Umbria (Magione, Umbertide, Spoleto, Perugia, Bastia Umbra, Città della pieve, Terni, Gualdo Tadino, Todi, Città di Castello, Cannara e Narni).
A prendere la parola nel corso dell’incontro promosso in collaborazione con l’Afam di Foligno lo psicoterapeuta dell’Usl Umbria 1, Nicola Gustinelli. “Siamo davanti ad una società che punta molto sull’immagine – ha spiegato ai microfoni di Radio Gente Umbra – su mezzi spesso effimeri ma che diventano centrali nella nostra cultura. Questo fa sì che parliamo di disturbi che hanno una natura molto remota ma un’esplosione abbastanza recente, intorno agli anni Ottanta e Novanta, in un crescendo esponenziale che ci deve porre un punto di attenzione molto alto non soltanto su come operare, ma anche sulla direzione che sta prendendo la nostra società e quali modelli stiamo trasmettendo alle nuove generazioni”. Per Nicola Gustinelli, non si tratta di “problemi che nascono nell’adolescenza, ma che esplodono nell’adolescenza”. “Fattori predisponenti – ha sottolineato – possono riguardare la nostra cultura territoriale, modelli familiari o anche predisposizioni individuali. Poi, ci sono fattori scatenanti come l’adolescenza, i dispiaceri, un abbandono o un insuccesso scolastico”.
Fondamentale, dunque, la prevenzione che deve necessariamente partire dalle scuole, come spiegato dalla nutrizionista Anna Laureti. “Quest’anno, per la prima volta – ha commentato – ci hanno permesso di entrare nelle scuole superiori ed è stato un bel traguardo. Abbiamo iniziato con i Licei linguistico e scienze umane e con un Istituto tecnico di Spoleto. Abbiamo raccolto un’ottima risposta, perché i ragazzi si sono dimostrati molto interessati. Naturalmente – ha sottolineato la dottoressa Laureti – siamo partiti dalla prevenzione primaria, dai concetti base: che cosa, ad esempio, intendessero per dieta. Poi ci siamo addentrati sull’immagine corporea, perché purtroppo adesso siamo bombardati da modelle o modelli che sono molto lontani da come si sentono i ragazzi. Fino a toccare i concetti base della dieta mediterranea e della piramide alimentare”. Importante, quindi, ricolvere il problema prima che insorga, soprattutto quando ci trova di fronte pazienti – a cominciare soprattutto dalle ragazze – che, pur essendo normopeso, chiedono diete restrittive. Il peso ideale, però – come spiegato da Anna Laureti – non esiste. Il concetto da far passare – ha concluso – è piuttosto quello del peso ragionevole”.