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Foligno, biodigestore a regime entro giugno: i cittadini potranno acquistare il compost

Pubblicato il 10 Maggio 2019 14:06 - Modificato il 5 Settembre 2023 14:59

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Prosegue l’azione di monitoraggio da parte della Consulta dei cittadini sul Biodigestore a Casone di Foligno. Mercoledì scorso un folto gruppo di cittadini coordinati da alcuni membri della Consulta, ha potuto visitare l’impianto: uno dei compiti della Consulta, infatti, è proprio quello di acquisire dati in merito alle problematiche connesse all’impianto in materia di gestione dei rifiuti, salvaguardia ambientale e salute dei cittadini, per poi trasferirle alla cittadinanza. Le 27 persone sono state accolte dal direttore dell’impianto, l’ingegnere Andrea Diotallevi, che li ha poi guidati nei vari reparti. La prima importante informazione che l’ingegner Diotallevi ha fornito ai presenti è che l’impianto, già funzionante anche per la produzione di biometano dal 4 marzo, entrerà a pieno regime nei primi giorni del mese di giugno. Già ora si stanno producendo circa 350 metri cubi l’ora di biometano che vengono immessi nella rete pubblica. Per quanto riguarda il compost, ne sono state vendute, ad alcune aziende agricole della regione, 4mila tonnellate. Inoltre, dal 18 maggio prossimo e per quattro settimane, il compost sarà distribuito anche ai cittadini in sacchi da 6 chili nei centri di raccolta del territorio (le isole ecologiche di Foligno, località Paciana, Spoleto, località Santo Chiodo, Castel Ritaldi, Montefalco e Campello sul Clitunno). ORGANICO DA MIGLIORARE – Durante l’incontro l’ingegner Diotallevi ha potuto rispondere alle domande dei cittadini che hanno riguardato alcuni punti critici dell’impianto: dalla qualità e quantità del Fou all’analisi del compost, alla quantità e analisi delle emissioni provenienti dall’impianto, alla durata di funzionamento delle due torce di sicurezza presenti e la qualità delle loro emissioni. La qualità della Fou (indispensabile per una buona efficienza dell’impianto) presenta ancora molte impurità, tra cui plastica, ma anche materiale ferroso. E’ importante ricordare che l’organico deve essere conferito solo con la bioplastica compostabile (quella delle buste della spesa e dei sacchetti frutta e verdura che è certificata “ok compost”), che non danneggia l’intero processo e non si ritrova nel compost finale. La qualità del rifiuto organico in ingresso è pesantemente inficiata dalla ancora scadente qualità della raccolta differenziata specialmente in quei comuni dove non si effettua ancora la raccolta differenziata porta aporta. “E’ stato impressionante – spiega Sergio Ciucci, presidente della Consluta – vedere l’enorme quantità di ferro e metalli vari, soprattutto lattine, presenti nell’organico: segno dell’ancora scarsa attenzione dei cittadini nel separare correttamente i rifiuti”. Proprio per questo motivo un membro della Consulta di Legambiente Foligno ha proposto, per il prossimo anno scolastico, una campagna di sensibilizzazione per la raccolta differenziata rivolta soprattutto agli alunni delle scuole elementari prevedendo il coinvolgimento dei loro genitori. La proposta è stata accolta con soddisfazione da parte di tutti i presenti. “NESSUNA EMISSIONE INQUINANTE” – Per quanto riguarda invece le emissioni provenienti dall’impianto il responsabile Diotallevi, più volte pressato dalle domande di alcuni membri della Consulta preoccupati per la salute dei cittadini, ha tenuto a precisare alcuni aspetti fondamentali. A partire dal funzionamento della torcia di emergenza, che ha dovuto bruciare il biogas fino agli inizi di marzo e che da allora in poi entra in funzione solo in rari casi di emergenza. Non ci sono state emissioni di sostanze pericolose come è stato invece ipotizzato da un componente della Consulta. La torcia di sicurezza che brucia invece il biometano in caso di anomalie nella produzione del gas, lavorando ad una temperatura di oltre 850 gradi centigradi con una concentrazione di ossigeno adeguata, garantisce che dalla sua termodistruzione non si producano sostanze inquinanti e pericolose. Proprio sull’aspetto della salubrità dell’aria che interessa le vicine frazioni di Sant’Eraclio e Sterpete, il presidente Sergio Ciucci ha fatto la proposta di chiedere all’Arpa Umbria di installare nei pressi del Biodigestore una centralina di monitoraggio dell’aria per controllare appunto la qualità della stessa. Il responsabile Diotallevi ha poi confermato che l’impianto, ancora in fase di “prova”, sta ottemperando a tutte le prescrizioni contenute nell’autorizzazione regionale e si è dichiarato disponibile a soddisfare alcune richieste provenienti dalla Consulta. A COSA SERVE – Il biodigestore è un impianto che utilizza il Fou (frazione organica dei rifiuti) proveniente dai rifiuti “umidi” domestici o da attività commerciali (mense, ristoranti, mercati) per trasformarlo in biometano, dopo trattamento di digestione anaerobica (senza ossigeno) e in compost, dopo altro trattamento in presenza di ossigeno e aggiunta di verde (potature e sfalci erbosi). Il biometano, una volta raffinato dal biogas, viene immesso nella rete cittadina di proprietà del Comune e gestita da Valle Umbra Servizi. Il compost prodotto invece, viene utilizzato in agricoltura come ammendante: un esempio di economia circolare per cui si possono utilizzare i rifiuti per produrre nuova materia e non aumentare l’anidride carbonica in atmosfera.

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