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Pizzoni-Zuccarini, per il ballottaggio è caccia ai 5mila voti degli ex contendenti

Pubblicato il 29 Maggio 2019 14:09 - Modificato il 5 Settembre 2023 14:56

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Che fine faranno i 5.156 voti che al primo turno delle amministrative si sono accaparrati i candidati sindaco del Movimento 5 Stelle, Impegno civile, Progetto Foligno e delle due liste di Casa Pound e Centro del Mondo? È la domanda che da lunedì sera impazza a Foligno, che domenica 9 giugno si ritroverà nuovamente alle urne per l’appuntamento con il ballottaggio tra Stefano Zuccarini candidato del centrodestra e Luciano Pizzoni per il centrosinistra.

Come si muoveranno, dunque, le forze rimaste fuori dal secondo turno? Ci sarà qualche apparentamento ed eventuali indicazioni di voto? Ad oggi non sembrano esserci posizioni su questo fronte, a cominciare dal Movimento 5 Stelle (3.515 voti) che ha fissato proprio per domani sera, giovedì 30 maggio, una prima riunione per discutere la questione. Così come, tra l’altro, aveva anticipato lo stesso candidato pentastellato, David Fantauzzi, intervenendo lunedì sera – giorno dello spoglio – ai microfoni di Radio Gente Umbra. “Ci raduneremo in assemblea – aveva spiegato – e vedremo quello che emergerà da quella che sarà la decisione dei nostri attivisti”.

Ore di discussione e confronto anche per i due gruppi a sostegno di Cristiano Giustozzi, come sottolineato dall’ex candidato sindaco. “Qualsiasi decisione deve essere concertata dai due schieramenti che fanno parte del gruppo di CasaPound e della lista civica Giustozzi sindaco (383 voti in totale ndr), per cui ancora non abbiamo fissato una data per la riunione, credo che sarà tra oggi e domani, poi potremo esprimere un nostro giudizio e una nostra direzione”.

Decisione concertata, se ci sarà, anche per Progetto Foligno (618 voti). La lista civica che ha supportato la candidatura di Lorella Trombettoni si riunirà giovedì sera. Solo allora si capirà se ci sarà una strategia ed eventualmente quale sarà.

A chiudere il cerchio Impegno civile (640 voti) che mercoledì mattina, attraverso i social, ha diramato un comunicato congiunto, sottoscritto da tutti i candidati della lista. “Ci sono state insinuazioni, subdole accuse, assordanti bisbigli di fantomatici apparentamenti, per far perdere di credibilità ad un gruppo che ha fatto della coerenza e della trasparenza il suo punto di forza. Ma questo – spiegano – sarà attentamente analizzato a bocce ferme. La riflessione sul voto sarà approfondita e critica. Continueremo nell’attività svolta: cambierà la tipologia di intervento – concludono – ma non il contenuto, rivolto alla tutela degli interessi dei cittadini”.

Tornando ai numeri, rispetto agli oltre 5mila delle forze rimaste fuori dal ballottaggio, vanno considerati altri 14.313 voti: si tratta dei 947 finiti tra schede nulle, bianche e contestate e dei ben più consistenti 13.366, ossia quelli di chi domenica scorsa ha scelto di disertare la chiamata alle urne. Un 30 per cento degli aventi diritti al voto, che ora può fare la differenza.

Certo, è giusto sottolineare che coloro che sono andati a votare (o non votare) al primo turno, non è detto che vadano alle urne fra due settimane per scegliere tra Pizzoni e Zuccarini. L’ombra dell’astensionismo sul ballottaggio è sempre grande. Insomma, non resta che aspettare ancora qualche giorno per capire quali saranno le decisioni degli schieramenti esclusi dalla corsa per la guida della città. In caso di apparentamenti ufficiali, la legge prevede che questi vengano comunicati entro sette giorni dal voto del primo turno. 

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