25 C
Foligno
martedì, Luglio 1, 2025
HomeCronacaBancarotta fraudolenta per tre imprenditori del Folignate: scattano le manette

Bancarotta fraudolenta per tre imprenditori del Folignate: scattano le manette

Pubblicato il 29 Novembre 2019 11:58 - Modificato il 5 Settembre 2023 14:20

Tienimi informato

Rimani sempre aggiornato sui fatti del giorno

Ultimi articoli

Vus Com, approvato il bilancio 2024: “Risultati economici solidi”

La società del Gruppo Valle Umbra Servizi ha registrato nel 2024 un valore di produzione pari a oltre 33 milioni di euro (+5%) e un utile netto che ammonta a circa un milione di euro (+22%). Fissati quattro obiettivi strategici per il 2025

Carenza di personale all’Usl 2, Rsu: “Pronti a chiedere stato di agitazione”

Secondo i dati forniti dalla Rappresentanza sindacale unitaria, dal 2022 al 2025 si sarebbero perse 150 unità. Galeazzi: “Non si può aspettare ancora. C’è bisogno di risposte e di un’assunzione di responsabilità da parte della Regione e dell’azienda”

Marina Busti alla guida del Rotary Club Foligno

Al Delfina Palace Hotel il tradizionale passaggio della campana con il saluto di Giovanni Lupidi e l’ingresso della nuova presidente. Tra le priorità del nuovo mancato formazione, lavoro e impresa ma anche salute, sport e disabilità

Bancarotta fraudolenta. È il reato ipotizzato in capo a tre imprenditori del Folignate finiti in manette al termine di un’indagine condotta dagli uomini della guardia di finanza di Perugia in collaborazione con i carabinieri della compagnia di Foligno. E proprio i militari del comando provinciale hanno dato esecuzione all’ordinanza di applicazione di misura cautelare degli arresti domiciliari.

L’operazione è il frutto di approfondite indagini eseguite sugli atti confluiti nelle procedure fallimentari che hanno riguardato due società operanti nel settore degli autotrasporti. Società riconducibili, in entrambi i casi, allo stesso gruppo familiare e nelle quali i tre indagati, nel corso degli anni, avevano ricoperto la carica di amministratore. Ne sono venute fuori condotte dissipative e distrattive, operate dai tre imprenditori con lo scopo – sottolineano le fiamme gialle – “di trarre profitto dalla spoliazione delle società di volta in volta gestite” per poi proseguire l’attività attraverso la creazione di nuove realtà imprenditoriali. Nuove società in cui confluivano i beni che gli stessi imprenditori acquistavano dalle aziende precedentemente fallite ad un costo nettamente inferiore al loro valore e senza corrispondere le dovute imposte o contributi.

Un “giochetto” che ha portato ad accumulare, nel tempo, debiti nei confronti dell’Erario pari a 7 milioni di euro per il mancato pagamento delle imposte.

Articoli correlati