Bancarotta fraudolenta. È il reato ipotizzato in capo a tre imprenditori del Folignate finiti in manette al termine di un’indagine condotta dagli uomini della guardia di finanza di Perugia in collaborazione con i carabinieri della compagnia di Foligno. E proprio i militari del comando provinciale hanno dato esecuzione all’ordinanza di applicazione di misura cautelare degli arresti domiciliari.
L’operazione è il frutto di approfondite indagini eseguite sugli atti confluiti nelle procedure fallimentari che hanno riguardato due società operanti nel settore degli autotrasporti. Società riconducibili, in entrambi i casi, allo stesso gruppo familiare e nelle quali i tre indagati, nel corso degli anni, avevano ricoperto la carica di amministratore. Ne sono venute fuori condotte dissipative e distrattive, operate dai tre imprenditori con lo scopo – sottolineano le fiamme gialle – “di trarre profitto dalla spoliazione delle società di volta in volta gestite” per poi proseguire l’attività attraverso la creazione di nuove realtà imprenditoriali. Nuove società in cui confluivano i beni che gli stessi imprenditori acquistavano dalle aziende precedentemente fallite ad un costo nettamente inferiore al loro valore e senza corrispondere le dovute imposte o contributi.
Un “giochetto” che ha portato ad accumulare, nel tempo, debiti nei confronti dell’Erario pari a 7 milioni di euro per il mancato pagamento delle imposte.