Combattere la dispersione scolastica, quel fenomeno cioè che vede i giovani abbandonare la scuola prima della conclusione degli studi. Un fenomeno che negli ultimi tempi sembra si stia attenuando, o almeno così dicono gli ultimi dati diffusi dal Miur, ma rispetto al quale occorre continuare a tenere l’attenzione alta.
Ne è convinto l’assessore con delega all’istruzione del Comune di Foligno, Paola De Bonis, al lavoro per creare una rete di supporto ai ragazzi ed alle ragazze che decidono di lasciare gli studi. “Nonostante in Umbria i dati non siano allarmanti – commenta – è necessario prevenire il più possibile il fenomeno della dispersione scolastica, che interessa principalmente gli studenti che frequentano i primi due anni delle scuole secondarie di primo grado”.
Ragazzi e ragazze tra i 14 e i 16 anni, quindi, che non se la sentono di proseguire lungo il percorso intrapreso. “Può dipendere da una scelta sbagliata della scuola – prosegue l’assessore De Bonis -, per cui occorre lavorare al meglio anche sul fronte dell’orientamento, o magari perché non si sono integrati bene all’interno del gruppo classe, dove comunque le dinamiche non sono sempre facili da gestire”.
Secondo quanto spiegato poi da Paola De Bonis, c’è un altro tipo di dispersione che investe, in questo caso, i giovani diplomati. Si tratta dei cosiddetti Neet, ossia coloro che dopo aver concluso gli studi non rientrano in nessuna categoria che contempli l’università, la formazione o il mondo del lavoro. Ed è proprio per dare supporto a tutti questi ragazzi che a Foligno sta prendendo il via questo nuovo progetto che punta, come detto, a far camminare insieme istituzioni, scuole, centri di formazione e realtà di orientamento ed informazione come l’Informagiovani appunto.
In quest’ottica domani, martedì 17 dicembre, alle 10.30, nella sala video dell’Auditorium San Domenico si terrà un primo incontro che vedrà i vari soggetti interagire tra loro e scambiarsi informazioni per poter rispondere in maniera sempre più pronta alle esigenze dei giovani. “L’obiettivo per il futuro – ha quindi concluso l’assessore De Bonis – è di poter coinvolgere in questo percorso anche i genitori che, insieme agli insegnanti, sono di fatto le prime sentinelle, coloro cioè che prima di tutti gli altri possono intravedere segni di disagio e difficoltà nei ragazzi”.