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Dalla conquista della Serie D al “Blasone” diventato tabù: il 2019 dei Falchetti in pillole

Pubblicato il 31 Dicembre 2019 11:34 - Modificato il 5 Settembre 2023 14:14

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Come ogni fine dell’anno che si rispetti, anche per questo 2019 è giunto il momento di tirare una riga e fermarsi a riflettere sui dodici mesi che stiamo per buttarci alle spalle. Certo, il calcio segue un suo calendario non sempre sovrapponibile a quello solare, per cui questo esercizio potrebbe suonare vano. Ma lasciando da parte queste speculazioni, che 2019 è stato per il Foligno? Per cosa verrà ricordato? Cosa, invece, si vorrebbe dimenticare?

Per il tifoso biancazzurro il 2019 sarà, quasi sicuramente, impresso nella memoria come l’anno della promozione in Serie D. Un ritorno nella massima serie dilettantistica atteso da quel funesto dicembre 2016, quando ormai era chiaro ed evidente che il Foligno sarebbe stato condannato a ripartire dai bassifondi della piramide calcistica. La vittoria del campionato di Eccellenza ha in qualche modo riconciliato l’animo dei Falchetti, cancellando la macchia del duplice fallimento. Con il girone di ritorno del campionato 2018/2019 i ragazzi di Armillei completavano degnamente la loro splendida cavalcata. La marcia trionfale era iniziata dopo aver agguantato la vetta nella settima giornata, portando a termine la stagione con 63 punti, frutto di 18 vittorie, 9 pareggi e solamente 3 sconfitte, distanziando di 8 punti il Lama secondo classificato. La sconfitta più bruciante non arrivava dalle gare di campionato, ma da quelle di Coppa Italia. Il 20 marzo il Foligno subiva un netto 3 a 0 per mano della Bagnolese che al Blasone ha fatto il bello e il cattivo tempo, aggiudicandosi di fatto l’accesso alle semifinali della fase nazionale della Coppa di categoria. Una brutta giornata che, comunque, non cancellerà l’allegria di aver centrato la rincorsa al palcoscenico della Serie D e aver riportato il Foligno dov’era stato lasciato morire.

Anche se questi bellissimi ricordi sembrano lontano, stiamo parlando soltanto di qualche mese fa. Ad aumentare questa sensazione contribuiscono le ultime prestazioni in chiaroscuro offerte dalla squadra di Armillei. Due sconfitte consecutive (contro Montevarchi e Pomezia) che stanno rendendo amaro il finale di un anno storico per il Foligno. Eppure sembrava che i Falchetti potessero reggere bene l’impatto con la nuova categoria, ma dopo la strana sconfitta di San Giovanni Valdarno (correva il 13 ottobre) qualcosa si è rotto. A parte qualche sprazzo di luce, come le belle vittorie con Gavorrano e Aglianese, i biancazzurri hanno perso il bandolo della matassa, soprattutto tra le mura amiche. Il “Blasone” è diventato preda di scorribande, i tifosi biancazzurri non gridano alla vittoria dal 5 ottobre. Tuttavia i 21 punti raccolti fin qui consentono ancora una navigazione in acque tranquille, anche se sembrano ormai sfumati i sogni di poter realizzare qualcosa di più della salvezza in questo campionato da matricola. Più che la classifica, però, è questo “taglio” delle aspettative imposto dagli ultimi risultati ad aver fiaccato l’entusiasmo della piazza. L’addio di Bonaventura, pezzo pregiato del mercato estivo, e di Pettinelli, “Miglior Falchetto” della scorsa stagione, hanno fatto il resto. Insomma, l’ingresso nel 2020 sembra tutt’altro che trionfale.

E se di dovesse scegliere una parola per descrivere questo 2019 in biancazzurro? Ecco, probabilmente la più indicata sarebbe “maturità”. La maturità raggiunta con la vittoria del campionato di Eccellenza, che in qualche modo ha messo un punto alla prima fase del progetto nato nel 2017. La maturità di chi, all’impatto con “l’età adulta”, comprende che il calcio non è fatto solo di vittorie e cavalcate trionfali, ma anche di momenti difficili in cui occorre dare qualcosa di più. Insomma, il 2019 ha avuto il privilegio di raccontare la fine di un ciclo e i primi passi di un nuovo percorso che, ci auguriamo, possa godere di tutte le condizioni favorevoli per giungere a maturazione.

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