Si chiama telemedicina ed è l’intuizione del dottor Lucio Patoia che pone Foligno al centro d’Italia. Il primario di Medicina interna dell’ospedale “San Giovanni Battista” sta infatti studiando da diverso tempo un progetto che potrà portare benefici ai pazienti in cura ed importanti risparmi al sistema sanitario. L’obiettivo è quello di accorciare l’ospedalizzazione dei pazienti qualora le loro condizioni di salute gli permettano di proseguire la degenza a casa. E’ in quel momento che entra in scena il ruolo della telemedicina, attraverso una valigetta simile ad una ventiquattro ore e capace di mantenere in contatto il medico ed il paziente.
“Attraverso questo kit – spiega il dottor Patoia ai microfoni di Rgunotizie – potremmo parlare con il paziente attraverso una connessione video, registrare la pressione, il polso, la saturazione dell’ossigeno e del sangue periferico, insieme all’elettrocardiogramma – prosegue il primario -. La cosa innovativa è che sarà possibile ascoltare anche il cuore ed il torace tramite un fonendoscopio digitale opportunamente tarato”. Il professionista ha lavorato a lungo su questo aspetto, per permettere allo strumento di poter riprodurre a distanza gli stessi suoni in maniera corretta. Attraverso il video poi, sarà il medico ad indicare al paziente (o a chi lo assiste) il modo corretto di usare il fonendoscopio. In questa maniera si può fare una vera e propria televisita. Il tutto, in accordo con i medici di famiglia, che potranno così anche eseguire la visita con il personale dell’ospedale attraverso un teleconsulto. Gli eventuali esami di laboratorio sarebbero invece svolti dal servizio già esistente, ovvero con gli infermieri di distretto.
“E’ giusto sottolineare – commenta il dottor Lucio Patoia – che l’obiettivo è quello di favorire il colloquio con il paziente ed i suoi parenti. Il fatto che avvenga da uno schermo non significa che vogliamo l’asetticità, visto che la telemedicina viene sempre dopo una fase di ospedalizzazione, non esclude visite di controllo ed anzi favorisce il rapporto con gli specialisti. Con la telemedicina infatti, il paziente saprà quando collegarsi con il dottore, avendo orari stabiliti e la certezza del dialogo. Di certo – prosegue il medico – non mancheranno anche occasioni per ‘mettere le mani’ sulle persone in cura”. Nell’area di Medicina interna, la telemedicina potrebbe servire principalmente per scompensi cardiaci, polmoniti ed infezioni delle vie urinarie. Ad essere interessati dal progetto soprattutto le persone anziane. Se dopo una degenza in ospedale di due o tre giorni i pazienti sono in grado di poter tornare a casa, le cure verranno proseguite con l’innovativo sistema del primario folignate.
I VANTAGGI – Tutto ciò consente di avere diversi vantaggi, a cominciare dalla salute delle persone in cura. Il persistere del paziente in nosocomio può infatti essere un fattore di rischio per ciò che riguarda le infezioni ospedaliere ed eviterebbe i frequenti casi di “delirium” nelle persone anziane. La telemedicina potrebbe portare inoltre risparmi sul versante del Sistema sanitario nazionale, considerando che una giornata di degenza si aggira intorno ai cinquecento euro di costi alberghieri, ai quali vanno aggiunte le spese per le cure e del personale medico. Ultimo vantaggio è rappresentato dal fatto che non tutte le famiglie possono permettersi di assistere i propri cari in ospedale e sono molte che non hanno la forza economica di pagare una badante che segua l’anziano in ospedale.
FOLIGNO CAPOFILA – La telemedicina del dottor Lucio Patoia ha incuriosito anche l’Istituto superiore di sanità. In particolare, il dipartimento di “Telehelp” e “Telemedicina” ha inviato al medico una lettera di interesse rispetto al progetto. Foligno potrebbe essere quindi capofila nazionale di una sperimentazione che poi potrebbe essere allargata in tutta Italia. Insomma, l’iniziativa sarebbe un lustro per la struttura sanitaria folignate. In Italia esistono infatti esperienze di telemedicina, ma riguardanti esclusivamente la trasmissione dei dati. Interessata al progetto anche la Fondazione Cassa di risparmio di Foligno, che finanzierà l’iniziativa con una somma importante. I primi importanti passi sono stati compiuti. Ora la palla dovrà doverosamente passare alla Usl2, che dovrà formalizzare il progetto. Anche perché, prima di passare alla fase operativa, servirà coordinare anche i vari attori in campo, per far sì che il sistema sia ben oliato da subito.