Chiede che si inizi a riflettere su come ripartire il presidente di Confagricoltura Umbria Fabio Rossi. E lo fa indirizzando una lettera all’assessore regionale, Roberto Morroni, sottolineando come, se da una parte è necessario tutelare la salute umana, dall’altra non bisogna dimenticare le ripercussioni che il fenomeno Coronavirus avrà anche sull’economia, comparto agricolo compreso.
Il pensiero va dunque a “tutte le imprese, specialmente quelle più esposte sul piano commerciale e che più rapidamente risentono dei contraccolpi della riduzione degli ordini (soprattutto esteri) che – spiega Fabio Rossi – stanno entrando in una fase di sofferenza di liquidità”. Difficoltà che per Confagricoltura Umbria è necessario contrastare, in primis, con l’accelerazione dei pagamenti Pac e dell’Organizzazione comune di mercato anticipandone gli acconti, ma anche facilitando il credito. Tra le problematiche segnalate dal numero uno umbro di Confagricoltura anche il rispetto degli impegni legati alla partecipazione delle aziende a bandi pubblici Ocm e del Piano di sviluppo rurale.
In particolare, l’impossibilità per i soggetti beneficiari di misure di promozione di non poter svolgere attività programmate come la partecipazione di fiere all’estero quando l’emergenza sanitaria sarà finita dal momento che ricadrebbe in una fase inefficace per le dinamiche commerciali. Senza contare che la ricalendarizzazione di un’eventuale missione “potrebbe anche dover essere fissata – commenta – a 12 mesi”.
Infine, il rischio che le situazioni emergenti mettano in crisi le scadenze burocratiche previste da qui a nove mesi: “possibili assenze per quarantena – commenta – o congedi parentali”. Situazioni che per Confagricoltura Umbria rendono necessario adottare e concordare con il Governo e con l’Agea provvedimenti ad hoc, ma non solo. Tra le richieste avanzate dal sindacato degli agricoltori umbri anche quella di risollevare il turismo rurale per valorizzare le aree marginali, puntando alle presenze diffuse – a cominciare da quando sarà tolto il divieto di spostamento -, oltre che, per il futuro, ad un turismo ambientale.
“Tutte questioni – conclude Rossi – che occorrerà iniziare ad affrontare al più presto per evitare conseguenze catastrofiche sul comparto agricolo e su quelli collegati come la ristorazione, la grande distribuzione o il commercio estero”.