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Nocera Umbra, la denuncia della Cgil: “In piena emergenza la Usl2 sfratta gli anziani”

Pubblicato il 14 Maggio 2020 16:23 - Modificato il 5 Settembre 2023 13:46

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Nuova puntata della querelle legata alla casa di risposo per anziani di Nocera Umbra. Dopo la “battaglia” di due anni fa per evitare il trasferimento a Foligno degli anziani nocerini, alla vicenda si aggiunge un nuovo capitolo. A raccontarlo sono Mario Bravi e Bernardo Baldoni, rispettivamente segretario provinciale dello Spi-Cgil Perugia e segretario Lega Spi Cgil di Foligno. “In piena emergenza Covid-19 – dicono i due – il commissario della Usl2 manda la lettera di sfratto a 14 anziani, ospiti della casa di riposo di Nocera Umbra”. Anziani che, come ricordano dalla Cgil, “dueanni fa si erano opposti al trasferimento forzato a Foligno proposto dall’ammnistrazione comunale. Poi – proseguono Bravi e Badoni – dopo il venir meno del contributo pubblico, si sono autorganizzati in una Casa famiglia, rimanendo nella stessa struttura, della Usl, che li ospita da tanti anni. Si sono fatti carico delle spese di gestione e di ristrutturazione e hanno proposto alla Usl2 di realizzare un nuovo contratto di locazione. La Usl invece, in piena pandemia, ha fatto recapitare un provvedimento di sfratto, perché avrebbe deciso di vendere i locali”. Una motivazione, quella dello sfratto in vista vendita dei locali, che per Bravi e Baldoni non regge. “Serve sapere – commentano infatti i due – che a Nocera Umbra la percentuale di locali pubblici e privati è enorme. E quindi la cosiddetta ‘pressione’ del mercato non esiste. I 14 ospiti hanno recentemente effettuato il tampone e risultano tutti negativi e hanno un’età che va dai 77 ai 95 anni. Quindi – proseguono i sindacalisti – parliamo di persone fragili che istituzioni e società dovrebbero tutelare in tutti i modi”. Da qui, l’appello: “Invitiamo la Usl a fare marcia indietro e a tornare sui suoi passi, anche perché la legge prevede che sia la stessa amministrazione pubblica a dover garantire un tetto ai più fragili. Serve un’amministrazione pubblica che torni immediatamente alla necessaria razionalità e sensibilità civile”.

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