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Gioco d’azzardo, in Umbria uomini più a rischio. Per i giovani lo spettro è l’online

Pubblicato il 14 Luglio 2020 10:08 - Modificato il 6 Settembre 2023 11:00

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Terzo appuntamento con “Azzardo, non chiamiamolo gioco”, la rubrica di approfondimento curata da Radio Gente Umbra in collaborazione con la Usl Umbria 2 e la Comunità La Tenda. Come al solito, anche per la terza puntata, presenti in studio la dottoressa Lucia Coco, psicologa e referente del Centro regionale per il trattamento del disturbo da gioco d’azzardo, e Samanta Migliorati, educatrice della cooperativa Comunità La Tenda che gestisce il numero verde regionale. 

Continua, dunque, il viaggio alla scoperta di una piaga sociale qual è il gioco d’azzardo. Una piaga che, anche in Umbria, riguarda molti cittadini indifferentemente dal sesso o dall’età. “Prendendo in esame le chiamate ricevute al numero verde – hanno detto a tal proposito le due esperte –, i dati parlano di un problema che riguarda giovani, adulti ed anziani, uomini e donne. La prevalenza di giocatori d’azzardo è maschile, ma non mancano anche le giocatrici – hanno aggiunto – e l’età media va dai 40 ai 60 anni. Tuttavia si sono rivolti al nostro servizio, direttamente o attraverso familiari, persone intorno agli 80 anni, ma anche ragazzi che, purtroppo, cominciano a giocare molto presto, anche online”. L’identikit del ‘ludopatico’, dopo le informazioni fornite dalle due professioniste anche nel corso della scorsa puntata, assume, così, dettagli ancora più nitidi. Arrivati a questo punto, è interessante capire se si vinca davvero giocando d’azzardo. “Assolutamente no – hanno spiegato Lucia Coco e Samanta Migliorati –. La prospettiva è sempre quella della perdita. La vista del giocatore, però, è offuscata dalle credenze distorte e da una pubblicità assolutamente falsa. La vincita facile non esiste – ha proseguito – e troppo spesso le persone cadono in inganno di messaggi sbagliati. Basti pensare ai gratta e vinci. Sul retro spesso non sono riportate le informazioni sulle probabilità di vincita. Consultando, però, il portale dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli si scopre che vincere è quasi impossibile. Il ‘Nuovo miliardario’, per esempio, mette in palio premi da 5 a 500mila euro. Di biglietti fortunati con quest’ultima somma, però, ce ne sono soltanto 27 ogni 142.560.000 stampati. Mettendoli uno dietro all’altro si formerebbe una fila lunga circa 21.500 chilometri, da Torino a Capo Nord. Credere di vincere il premio più alto, quindi, è un po’ come sperare di seguire questa fila in auto, fermarsi casualmente e estrarre dalla linea il biglietto vincente. Storia analoga per il Superenalotto – hanno aggiunto –, con la probabilità di fare 6 pari a 1 su 622.614.630. È di gran lunga più probabile morire colpiti da un fulmine”. Ed è proprio lavorare coi numeri e la matematica a costituire un intervento preventivo volto a far comprendere, anche ai più giovani, che è molto improbabile vincere giocando d’azzardo. Interessante apprendere come una persona possa riconoscere in un suo caro comportamenti che rimandano al disturbo da gioco d’azzardo. “Esistono dei criteri specifici che individuano il disturbo che – hanno detto le due esperte – consiste in una vera e propria dipendenza seppur senza sostanze. Innanzitutto, il giocatore d’azzardo è costantemente preso dal pensiero del gioco e delle giocate, poi ha bisogno di mettere in palio somme sempre maggiori per raggiungere lo stato di eccitamento, una vera assuefazione. E ancora, il giocatore, senza riuscirci, sovente si sforza a ridurre o interrompere l’attività. In questi periodi è agitato ed irritabile perché subentra una crisi d’astinenza. Altri tratti distintivi del giocatore d’azzardo sono l’inseguire le perdite giocando ancora, dissimulare il proprio comportamento coi familiari, perdere il lavoro o relazioni stabili, fino ad arrivare a commettere azioni illegali”. In presenza anche solo di qualcuno tra questi comportamenti dovrebbe suonare un campanello d’allarme. In chiusura di puntata le due professioniste hanno parlato dei giochi d’azzardo più diffusi nella nostra regione. “Le slot vanno per la maggiore – hanno detto –. Di seguito gratta e vinci, scommesse online e Lotto”. Hanno infine ricordato che la rubrica “Azzardo: non chiamiamolo gioco” prende il nome da una mostra itinerante, ideata da Exodus e patrocinata dal Senato, che espone 60 vignette satiriche, firmate da artisti famosi, sul gioco d’azzardo e che, grazie alla collaborazione con enti ed associazioni del territorio, è già stata esposta durante numerose manifestazioni. Ricordiamo, infine, il numero verde 800.410902 per contattare lo sportello, gestito dagli educatori de La Tenda, dove ricevere informazioni ed usufruire gratuitamente di uno spazio di ascolto. Gli orari di apertura sono dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 19.

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