La decisione è attesa da qui a qualche settimana. È il tempo che impiegherà il giudice di sorveglianza del Tribunale di Cagliari per stabilire se Luigi Chiatti è ancora pericoloso e se quindi dovrà continuare la sua permanenza nella Rems di Capoterra o se potrà tornare libero. A distanza di poco meno di due anni dal precedente pronunciamento, quindi, si torna a parlare del futuro di quello che è passato alle cronache come il “mostro di Foligno”.
Già nell’ottobre del 2018, infatti, il Tribunale di sorveglianza di Cagliari era intervenuto sul caso. In quell’occasione il giudice aveva definito Chiatti ancora “socialmente pericoloso”, sulla base delle relazioni che erano state redatte da un criminologo e dal personale della stessa Rems, compreso lo psichiatra che seguiva il folignate. Un rito destinato a ripetersi ogni due anni e che, dunque, ci riporta ad oggi.
E così, scortato da due agenti della polizia penitenziaria, nella giornata di mercoledì 15 luglio Luigi Chiatti si è presentato in tribunale. Ad accompagnarlo anche il difensore Salvatore Casula, sostituto dell’avvocato Guido Bacino. Al centro dell’attenzione, dunque, la pericolosità del geometra ormai più che 50enne. Pericolosità che per la Procura c’è ancora, tanto da chiedere la conferma della misura, e quindi la permanenza dell’uomo nella Rems di Capoterra. Lì dov’è ricoverato dal 2015, da quando cioè si era conclusa la pena detentiva per il duplice omicidio tra il 1992 e il 1993 del piccolo Simone Allegretti, di soli 4 anni, e del 13enne Lorenzo Paolucci.