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In azienda una bolla papale del ‘700 rubata a Bevagna: imprenditore nei guai

Pubblicato il 30 Luglio 2020 12:23 - Modificato il 5 Settembre 2023 13:30

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Libri antichi ordinatamente esposti nella libreria dell’ufficio di rappresentanza aziendale. È da questo particolare notato in sede di accertamento fiscale che la guardia di finanza di Perugia ha avviato un’indagine a carico di un imprenditore perugino. Un’indagine di mesi che ha visto protagonisti, oltre alle Fiamme gialle, i carabinieri del Comando tutela patrimonio culturale e che ha portato al recupero di numerosi beni culturali fra i quali pergamene, libri, reperti archeologici e numismatici di illecita provenienza. Come detto, con lo scrupolo e l’intento di appurare il possibile interesse culturale dei testi esposti in ditta, le fiamme gialle hanno coinvolto il Nucleo Tpc perugino che, immediatamente giunto sul posto, ha visionato il materiale bibliografico oggetto di segnalazione. Dall’accertamento, condotto anche grazie alla consultazione della Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti, è inequivocabilmente emerso che i libri appartenevano a fondi bibliografici pubblici, censiti, dunque, fra i beni culturali da ricercare. Sono stati immediatamente sottoposti a sequestro una bolla in pergamena datata 1749 di Papa Benedetto XIV ed una lettera datata 1787 del Vescovo di Spoleto Francesco Maria Locatelli, entrambe provenienti dalla Collegiata di San Michele Arcangelo di Bevagna e rubate in data imprecisata. E poi ancora, un dizionario geografico portatile del XVIII secolo, rubato nel 1987 dalla Biblioteca Nazionale di Zagabria, e 21 volumi, editi a Venezia nel 1820, costituenti la raccolta libraria “Le opere di Buffon”. Per questi ultimi, tra l’altro, gli accertamenti hanno rilevato che le originali annotazioni dei fondi bibliografici di appartenenza erano state alterate e sostituite con ex libris riferiti ad una inesistente libreria fiorentina: una mossa che ha il preciso intento di occultare la provenienza e quindi il riconoscimento del materiale. Da qui, l’autorità giudiziaria ha concordato circa il possibile possesso di altro materiale di dubbia provenienza da parte del titolare della ditta e quindi i militari hanno perquisito l’abitazione dell’imprenditore. Dall’ufficio a casa, stessa storia. Rinvenuti, infatti, nell’abitazione altri beni culturali illecitamente detenuti fra i quali numerosi libri antichi sottratti dalla Biblioteca Queriniana di Brescia, 54 manufatti archeologici di varia tipologia provenienti da scavi clandestini compiuti in aree del centro Italia, vasi, piatti, coppe, statuette e lucerne votive in terracotta, unguentari in vetro e circa duecentocinquanta monete antiche tra cui il rarissimo quartino di Benedetto XIV coniato a Gubbio nel 1740. L’attività investigativa ha, dunque, portato, alla denuncia per ricettazione di beni culturali di tre persone: il settantenne perugino titolare dell’azienda P.F. e coloro che sono stati individuati come “fornitori”, cioè il quarantaduenne eugubino, R.L, ed il sessantatreenne spoletino già noto per altre vicende legate al commercio di oggetti di dubbia provenienza, B.R.

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