21.1 C
Foligno
giovedì, Settembre 18, 2025
HomeEconomiaCala ancora la produzione di miele in Umbria tra clima incerto e...

Cala ancora la produzione di miele in Umbria tra clima incerto e attacchi di Varroa

Pubblicato il 13 Ottobre 2020 14:40 - Modificato il 5 Settembre 2023 13:14

Tienimi informato

Rimani sempre aggiornato sui fatti del giorno

Ultimi articoli

Addio a Massimo Catarinucci

Settantaquattro anni, è venuto a mancare nella mattinata di giovedì 18 settembre. Dall’impegno politico a quello sociale, soprattutto nel campo della disabilità: era una figura molto apprezzata nel territorio

Foligno torna a manifestare per Gaza

Venerdì 19 in piazza XX Settembre si terrà una nuova iniziativa a sostegno del popolo palestinese. “Restiamo umani” il messaggio lanciato dagli organizzatori, sulle orme di Vittorio Arrigoni

Quintana, terremoto in casa Pugilli: si dimette il priore

A fare un passo indietro anche il suo vice e il segretario, che lasciano a meno di un anno da dalla scadenza del mandato: il Pugilli va verso nuove elezioni. Nella mattinata anche l’annuncio del divorzio con Chicchini

Dopo l’“annus horribilis” 2019, in Umbria crolla ancora, e per il quarto anno consecutivo, la produzione di miele. A dirlo è un’indagine condotta dalla Confederazione italiana agricoltori (Cia) che fotografa un calo della produzione in tutta la regione del 50 per cento, con punte anche del 70 per cento. Per il vice presidente dell’Associazione produttori apistici umbri (Apau), Luca Ciampelli, sono stati diversi i fattori che hanno determinato un’altra annata in negativo. “Il calo della produzione di miele nel Cuore verde d’Italia, come del resto sul territorio nazionale – ha spiegato a Rgu il numero due di Apau -, è ormai cosa perenne. Tra le cause – ha continuato – condizioni climatiche altalenanti, inquinamento atmosferico e l’ormai costante presenza della Varroa”. 

Come riferito da Luca Ciampelli, infatti, i significativi sbalzi di temperatura registrati durante quest’anno, abbinati a periodi di siccità, hanno sferrato un duro colpo al settore. Settore apistico che ha incassato anche quello inferto dall’acaro Varroa. “Abbiamo fatto i conti con un’importante recrudescenza di questo parassita che attacca le api – ha detto il vicepresidente Apau -, conseguenza anche di un inverno non particolarmente freddo. Una forte e costante presenza, quella della Varroa – ha proseguito – con cui, ormai da tempo, tutti i produttori devono fare i conti e cercare di convivere”. 

Parallelamente ad una produzione al contagocce, anche l’Umbria si ritrova a fronteggiare il consistente arrivo negli scaffali dei supermercati di miele d’importazione. Un tema rispetto cui lo stesso vicepresidente Apau ha lanciato un’allerta ai consumatori. “Il miele che viene dall’estero – ha sottolineato Ciampelli – sovente manca di garanzie sanitarie, requisiti imprescindibili, invece, per quello nostrano. Questo, infatti, è oggetto di attenti controlli da parte delle autorità competenti anche rispetto alla fase di produzione e ad un corretto uso di fitosanitari. Tuttavia – ha dichiarato – la vendita di miele d’importazione è in crescita, dimostrazione che si va al risparmio non tenendo spesso conto della sicurezza del prodotto acquistato. È dunque opportuno ribadire ai consumatori – ha concluso Luca Ciampelli – che, al di là dei prezzi inevitabilmente inferiori del miele straniero, è cosa ragionevole optare per la maggiore qualità del prodotto nostrano”.

Articoli correlati