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Covid-19, Anci Umbria sul “coprifuoco”: “Inaccettabile dare responsabilità ai sindaci”

Pubblicato il 19 Ottobre 2020 16:03 - Modificato il 5 Settembre 2023 13:13

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“Inaccettabile”. Così il presidente di Anci Umbria, Michele Toniaccini, apostrofa la norma inserita nel Dpcm del 18 ottobre con cui veniva riconosciuta ai sindaci la responsabilità di istituire eventuali “corpifuoco” nella città governate per evitare assembramenti. Una presa di posizione che si va quindi ad aggiungere a quella già espressa nelle scorse ore dal presidente nazionale di Anci e sindaco di Bari, Antonio Decaro.

Per Toniaccini, primo cittadino di Deruta, si tratta di una “critica di metodo e nel merito”. “Perché – spiega – nelle diverse riunioni cui Anci ha partecipato non era mai emersa questa eventualità”. E sebbene la norma sia stata ridefinita nel giro di poche ore, togliendo di fatto il riferimento diretto ai primi cittadini, Toniaccini sottolinea, però, come resti “la responsabilità delle procedure da attuare, ma soprattutto la scarsa chiarezza sui ruoli”. Da qui, dunque, la richiesta di Anci Umbria di un’ulteriore modifica al testo, pur mantenendo l’impegno a monitorare, in base alle competenze, il territorio, evitando così eventuali assembramenti.

In quest’ottica Michele Toniaccini sta valutando la possibilità di chiedere ai prefetti di Perugia e Terni “la convocazione del comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica con Regione Umbria, forze dell’ordine e Usl – fanno sapere dall’Anci – anche per fare una mappatura delle aree più a rischio dal punto di vista del contagio, per comprendere quante persone possono stare in una certa area e chi controlla le aree che non può chiudere il sindaco”.

Intanto, nel pomeriggio di lunedì il presidente di Anci Umbria ha inviato una lettera all’assessore regionale e al direttore alla salute, rispettivamente Luca Coletto e Claudio Dario, ai prefetti ed ai questori di Perugia e Terni per affrontare la questione dell’aggiornamento del portale Usl per la segnalazione dei cittadini risultati positivi e per i quali i Sindaci devono emettere ordinanza contumaciale. “Molti sindaci – ha spiegato a questo proposito – hanno rilevato la difficoltà a emettere le ordinanze contumaciali in contemporanea all’accertamento della positività da parte delle Usl, in quanto la comunicazione ufficiale tarda ad arrivare”.

Da qui, la richiesta di un maggiore sforzo per garantire un aggiornamento in tempo reale che consenta a forze dell’ordine e polizia municipale di svolgere i relativi controlli. “L’obiettivo – conclude Toniaccini – è che tutta la macchina dell’emergenza funzioni il meglio possibile, tutelando la salute dei cittadini che è per i sindaci una priorità”.

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