Un’ottima annata. Può riassumersi così la stagione olivicola, che in Umbria è entrata oramai a pieno regime da qualche giorno. I produttori e raccoglitori sono all’opera tra gli ulivi, per uno dei momenti caratterizzanti dell’anno agricolo. Trepidazione per i primi assaggi di olio nuovo, soprattutto perché c’è la consapevolezza che la terra quest’anno ha regalato un’oliva di qualità. La pioggia degli scorsi giorni ha un po’ rallentato la raccolta, ma i frantoi stanno comunque lavorando a pieno regime. Ma cosa dobbiamo aspettarci dalla raccolta 2020? “Sarà una buona annata, perché l’inverno non è stato particolarmente freddo e le piante hanno risposto bene – commenta Marco Viola, produttore umbro d’eccellenza, presidente Assoprol e numero uno della sezione olivicola di Confagricoltura -. C’è stata una buona fioritura ed un’altrettanto buona allegagione”. Insomma, le previsioni sono più che positive. E se la resa rischia di non essere altissima, la salute delle olive fa ben sperare anche in un olio davvero eccellente. “E’ stato fatto un importante monitoraggio della mosca olearia nelle cinque sottozone regionali – afferma Marco Viola -. E se a livello quantitativo la situazione è a macchia di leopardo, dappertutto i frutti sono molto belli. Dalle prove che abbiamo fatto abbiamo visto che uscirà fuori un grande prodotto”.
L’olio umbro è quindi pronto a dare il massimo sulle tavole dei consumatori. E se gran parte dell’“oro verde” umbro è prodotto per l’autoconsumo, la richiesta fuori regione c’è sempre, soprattutto da parte di chi riconosce la qualità dei frantoi nostrani. Insomma, il fronte agricolo non dà particolari preoccupazioni agli imprenditori, ciò che più preoccupa è l’ipotesi di un nuovo lockdown generalizzato o comunque diffuso. “Per noi questi sono i mesi più importanti sotto il profilo della promozione e della commercializzazione – spiega il presidente Assoprol Marco Viola -, senza dimenticare che ci avviciniamo al periodo di Natale. Bloccare l’economia ora significherebbe perdere miliardi di euro in ogni settore, non solo in quello dell’olio”. Pur nella speranza che non si debba arrivare ad un nuovo blocco della vita quotidiana, l’ultimo lockdown ha comunque insegnato qualcosa anche nel settore olivicolo: “Abbiamo capito – sottolinea Marco Viola – l’importanza di diversificare il più possibile il proprio mercato. Un esempio è quello dell’e-commerce”.
Diversificazione commerciale che dovrà andare di pari passo con l’implementazione tecnologica in agricoltura. “Fondamentale sarà un nuovo Piano olivicolo – afferma Marco Viola – per avere nuove piante ed una gestione agronomica più puntuale e precisa anche grazie alla tecnologia, come quella dello Smart meteo e delle relative centraline. Un’agricoltura 4.0 con più dati e conoscenze su oliveti e vigneti – conclude – anche per far subire di meno alla natura l’impatto dato dalla mano dell’uomo”.