“Personale sotto organico, difficoltà nel reperire dispositivi di protezione e nel gestire in maniera separata pazienti Covid e non”. Sono le problematiche denunciate dalla Uil Fpl per quanto riguarda la situazione all’ospedale di Foligno, tra le strutture umbre scelte per fronteggiare l’emergenza sanitaria.
Situazione non dissimile da quelle descritte negli altri presidi umbri nel corso della conferenza stampa indetta da Fp Cgil, Fp Cisl e Uil Fpl che si è tenuta lo scorso sabato e nel corso della quale è stato annunciato lo stato di agitazione di tutto il personale sanitario umbro che si concretizzerà domani, martedì 3 novembre, con un presidio in programma alle 10 davanti alla sede dell’ospedale di Spoleto. Di fatto, il primo di una serie di atti di protesta che proseguiranno venerdì con un secondo sit-in a Terni, a cui faranno seguito quelli di Foligno e Perugia.
“Quello che stiamo cercando di fare come sindacato – ha dichiarato ai microfoni di Radio Gente Umbra , Andrea Russo di Uil Fpl – è di ottenere un potenziamento degli organici ed una maggiore attenzione”. Soprattutto da parte della Regione Umbria che, secondo quanto spiegato dall’esponente di Uil Fpl, sembra mancare al momento. “Purtroppo non riusciamo ad avere un dialogo con l’assessore Coletto” ha commentato Andrea Russo, sottolineando come anche nell’incontro con il prefetto Armando Gradone – avvenuto la scorsa settimana – sia stata ribadita la necessità di condividere i percorsi di organizzazione e gestione del lavoro all’interno degli ospedali.
“Questa cosa ci preoccupa molto – ha detto l’esponente di Uil Fpl – perché vediamo una Regione molto autoreferenziale, che non si confronta con chi è in prima linea sul campo. Abbiamo chiesto maggiori organici ma non riusciamo ad ottenere risposte. Il personale sta cercando di fare il massimo, ma con sempre maggiore difficoltà”. Difficoltà legate – secondo quanto dichiarato da Russo – anche alla necessità di coprire doppi turni che sottopongono il personale sanitario a forte stress. Situazione derivante da quella che i sindacati hanno apostrofato come “una cronica carenza di personale aggravata dalla pandemia”. Intanto i sindacati hanno chiesto al prefetto di Perugia una convocazione straordinaria di Regione e parti sociali.