C’è un piano d’emergenza per le strutture sanitarie dell’Umbria. E per metterlo in pratica è arrivato in regione l’ex numero uno della Protezione civile nazionale, Guido Bertolaso. Il super esperto in emergenze da qualche ora è nel Cuore verde d’Italia per approntare quello che è stato definito il Piano di salvaguardia. Si tratta di una procedura che entrerà in funzione nel caso in cui la curva pandemica dovesse diventare ancor più imponente, con il conseguente fabbisogno di ulteriori ricoveri ospedalieri. Ricoveri che, secondo l’attuale Piano di contenimento, possono arrivare ad un massimo di 576 unità. Posti letto che prevedono 78 terapie intensive per i malati Covid (per un totale di 127 in tutta l’Umbria), insieme a 74 di semi-intensiva. Qualora tutto ciò non dovesse bastare, come ”extrema ratio” la Regione adotterà il già citato Piano di salvaguardia, che attualmente è in fase di progettazione. Pochi i dettagli illustrati nella conferenza stampa in cui è stato presentato Guido Bertolaso in qualità di consulente per l’Umbria rispetto all’emergenza Coronavirus. “Ruolo che – ha ricordato la presidente Donatella Tesei – svolgerà a titolo gratuito”.
BERTOLASO – “Ci stiamo dedicando a due o tre ipotesi per fronteggiare un’eventuale situazione più complicata – spiega Bertolaso ai giornalisti -. Non stiamo pensando ad una fotocopia dell’ospedale alla Fiera di Milano (realizzato dallo stesso Bertolaso ndr), però vogliamo cautelarci immaginando una serie di interventi per la realizzazione di opere utili a fronteggiare una gravissima crisi. Non possiamo perdere tempo, qui si sta lavorando di squadra”. Attualmente le terapie intensive in Umbria sono 104, che a breve dovrebbero diventare 127 come riportato nel Piano di contenimento, che ha inoltre previsto il nosocomio di Spoleto come “Covid hospital” e quello Media Valle del Tevere come “Covid hospital” a minore intensità assistenziale. A mancare attualmente è il personale, stimato in 222 figure utili a coprire l’aumento di posti Covid nelle strutture sanitarie.
SALVAGUARDIA – “Il Piano di salvaguardia – commenta Claudio Dario, direttore regionale alla Salute – scatterà qualora dovessimo superare i numeri previsti dal Piano di contenimento. Tutti ci auguriamo che i Dpcm e le ordinanze regionali possano dare i loro effetti, senza dimenticare però che il contagio corre a grande velocità”. Il Piano di salvaguardia prevedrà una limitazione delle attività sanitarie alle sole emergenze e urgenze, con la possibilità di reclutare nuove strutture. Attualmente, secondo le proiezioni della Regione, le restrizioni di quello che viene definito il “lockdown al 40%” dovrebbero portare ad un picco di utilizzo dei posti letto a metà novembre, con 441 ricoveri e 90 pazienti in terapia intensiva. Dopo di ciò, la curva dovrebbe tornare a scendere. E’ chiaro però che l’epidemia non permette un calo di attenzione. E’ per questo che l’Umbria si sta preparando anche a scenari ben peggiori.