“Assunzioni a tempo indeterminato subito”. È quanto chiedono Fp Cgil, Fp Cisl e Uil Fpl che nella mattinata di martedì 3 novembre si sono ritrovati, insieme ai lavoratori del comparto sanitario, davanti all’ospedale di Spoleto per il primo sit-in di protesta annunciato negli scorsi giorni. Assunzioni che per le tre sigle sindacali potrebbero “alleggerire” la pressione con cui – spiegano – si ritrova ad operare il personale sanitario alla luce dell’emergenza Covis e per “garantire la sicurezza di chi lavora e della cittadinanza”.
“Soldi e decreti c’erano – sottolineano Cgil, Cisl e Uil – e ci si poteva preparare per tempo quest’estate. Invece – ribadiscono -, siamo qui di nuovo al fianco dei lavoratori a denunciare come tutto ricada sulle loro spalle”. E sono stati proprio gli uomini e le donne del servizio sanitario a spiegare le difficoltà che si trovano a dover fronteggiare quotidianamente.
A cominciare – come detto – da quelle vissute nelle corsie del San Matteo degli Infermi, struttura convertita negli scorsi giorni in Covid Hospital. “C’era tutto il tempo per organizzarsi e invece si è smantellato un ospedale in una settimana, mettendo in grave difficoltà non solo i dipendenti, ma l’intera comunità di Spoleto e della Valnerina” ha commentato un lavoratore, che ha poi aggiunto: “Noi non abbiamo paura del Covid e lo affronteremo a testa alta come sempre, ma abbiamo paura della disorganizzazione”. E c’è anche chi ha parlato di rischi, come quelli affrontati dagli infermieri del pronto soccorso che – come spiegato da un’altra lavoratrice – sono costretti a cambiarsi davanti alla zona in cui vengono effettuati i tamponi, o dal personale della rianimazione dove si registra una carenza di mascherine Ffp3 e di presidi come tute e camici adeguati”.
Accanto a loro, a protestare anche i lavoratori degli appalti del trasporto sanitario dopo il cambio di contratto. Tutti uniti sotto lo slogan “Protesto, ma non mi fermo”. Prossimo sit-in, ora, quello in programma per venerdì 6 novembre davanti al Santa Maria di Terni, “per ribadire – dichiarano i sindacati – il grande senso di responsabilità e l’impegno straordinario che quotidianamente gli operatori della sanità pubblica mettono nel proprio lavoro, ma anche tutte le lacune di una politica regionale assolutamente deficitaria”.